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    Il ristoratore dei vip di Roma intubato per Covid in Sardegna, il fratello: “Voleva fuggire dai giovani di Porto Cervo”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 28 Ago. 2020 alle 13:59 Aggiornato il 28 Ago. 2020 alle 16:48

    Micalusi, il ristoratore dei vip di Roma positivo al Covid in Sardegna

    Johnny Micalusi è il titolare del rinomato ristorante romano Assunta Madre, che quest’anno ha portato il noto brand anche in Sardegna, nella discoteca Sottovento di Porto Cervo. Johnny, che a Roma è considerato “il re del pesce”, avrebbe dovuto fare ritorno in capitale martedì sera, ma poche ore prima si è sentito male ed è stato ricoverato all’Ospedale Covid di Sassari. “Da ieri è intubato e sedato. I medici hanno deciso così per aiutarlo meccanicamente nella respirazione. Proprio poco fa mi hanno fatto sapere che i polmoni hanno reagito bene, che c’è ossigenazione. Le condizioni sono stabili. Ovvio, siamo in apprensione. Possiamo solo sperare e aspettare”, ha raccontato il fratello e socio del ristoratore, Giuliano Micalusi, in un’intervista al Messaggero. Johnny è stato trasportato prima al pronto soccorso di Olbia, da dove avrebbe dovuto prendere il traghetto per Civitavecchia, e in seguito all’Ospedale di Sassari, perché i medici hanno capito in breve tempo che poteva trattarsi di Covid.

    Per il fratello la situazione è paradossale perché Johnny era sempre stato rispettoso delle norme anti-Covid, ma la paura del contagio sull’isola lo aveva portato ad anticipare il ritorno a Roma. “Voleva andarsene dalla Sardegna perché aveva paura“, ha dichiarato Micalusi nell’intervista. “Lui è sempre stato molto timoroso, non sottovalutava il rischio Covid”, ha aggiunto Micalusi, che racconta che nel locale di Porto Rotondo proprio il fratello aveva “bandito baci e abbracci”. “Mio fratello pesa 140 chili, è diabetico, in passato ha sconfitto altre malattie ed era stato dieci giorni in coma. Non andava a ballare, quando andava a cena al ristorante stava in un tavolo appartato, non gli piaceva stare nella calca. Noi che abbiamo le attività stiamo ancora più attenti. La colpa credo che sia di questi giovani che prima erano stati a Ibiza e che poi hanno riempito la Costa Smeralda. Cinque mesi di sacrifici e di lockdown buttati via per colpa di quattro scemi arrivati dalla Spagna. Sono arrivato a pensare che ormai in Sardegna il virus sia nell’aria, veicolato dal maestrale”, ha aggiunto l’uomo.

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