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    Coronavirus, Italia sotto accusa in un rapporto: “Con un piano anti-pandemie aggiornato 10mila morti in meno”

    Credit: Ansa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 13 Ago. 2020 alle 14:18

    Covid, un rapporto accusa l’Italia: “Con un piano aggiornato 10mila morti in meno”

    “Se l’Italia avesse aggiornato il proprio piano anti-pandemie avrebbe avuto 10mila morti in meno per Covid”: è quanto si legge in un rapporto redatto dal generale dell’esercito in pensione Pier Paolo Lunelli, che verrà presentato ai magistrati che stanno indagando sui presunti errori commessi dal governo nel corso all’inizio dell’emergenza Coronavirus e il cui contenuto è stato anticipato da un articolo pubblicato sull’autorevole quotidiano britannico The Guardian. Secondo Lunelli, infatti, l’Italia nel 2017 non ha aggiornato il proprio piano anti-pandemie, così come sollecitato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), le quali avevano indicato nuove linee guida per l’eventuale gestione di una pandemia. Quando il Covid-19 si è diffuso nel nostro Paese, dunque, l’Italia disponeva solo di un “piano vecchio e inadeguato” che “non fa alcun riferimento a scenari e ipotesi di pianificazione”.

    Secondo Lunelli, infatti, un “piano per la pandemia da influenza” pubblicato sul sito del ministero della Salute rivela che l’ultimo aggiornamento risale al 15 dicembre 2016. Tuttavia, le proprietà del documento Pdf indicano che la creazione dello stesso risale al 2006. “Quando si modifica un documento, se ne dovrebbe anche modificare il titolo” ha dichiarato l’ex generale, aggiungendo: “Potrebbe essere che l’Italia non aggiorna il proprio piano dal 2006”. Lunelli sottolinea che anche altri Paesi non hanno aggiornato le linee guida, ma la “differenza è che siamo stati il primo Paese europeo colpito dal virus, laddove altri hanno avuto il tempo di pianificare”. Il comitato “Noi denunceremo“, che raccoglie i parenti delle vittime di Covid in Italia e che ha già presentato oltre 150 denunce a vario titolo, ha già fatto sapere che, in seguito al rapporto di Lunelli, presenterà delle denunce anche contro tutti i presidenti del Consiglio e i ministri della Sanità italiani a partire dal 2013, per il mancato aggiornamento del pano anti-pandemie.

    Lo stesso Lunelli si è detto pronto a incontrare i magistrati, convinto che la mancanza di un piano aggiornato ed efficace abbia avuto pesanti ripercussioni sia sul numero di vittime che sull’economia. “Affrontare una pandemia senza un buon piano, con insufficienti capacità di terapie intensive e scarse scorte di materiali protettivi è come guidare un autobus su una strada di montagna in mezzo a un’improvvisa e forte nevicata, senza catene da neve – scrive l’ex generale nel suo documento – Sfortunatamente, l’autobus italiano è finito fuori strada con gravi conseguenze in termini di vittime dirette e indirette, così come per la ricaduta economica su alcune regione che maggiormente contribuiscono al pil nazionale”.

    A conferma di ciò che afferma Lunelli nel suo piano, il Guardian ricorda che, il 13 maggio scorso, l’Oms pubblicò un rapporto indipendente, nel quale si esaminava quanto era accaduto in Italia all’inizio della pandemia, con l’obiettivo di aiutare gli altri Paesi ad evitare quanto accaduto in Lombardia. Il documento, il cui titolo era “Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid-19”, secondo il quotidiano britannico il giorno seguente è stato rimosso dal sito dell’Oms su richiesta, secondo quanto risulta al Guardian, di Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e componente del Cts. Nel documento, secondo quanto rivelato dal quotidiano, vi era scritto che “Nel 2006, dopo la prima grave epidemia di Sars, il ministero della Salute italiano e le regioni approvarono un piano di risposta nazionale per la pandemia da influenza, riconfermato nel 2017, con linee guida per i piani regionali”, confermando, di fatto, ciò che afferma l’ex generale. Contattato dal The Guardian lo scorso mercoledì 12 agosto, Ranieri Guerra non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.

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