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    Covid, l’intettivologo Bassetti: “Sono schifato dagli attacchi contro di me, a fine pandemia me ne vado”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Nov. 2020 alle 13:44

    Covid, l’infettivologo Matteo Bassetti: “A fine pandemia me ne vado”

    “Sono schifato, una volta finita la pandemia di Covid me ne vado da Genova”: lo ha dichiarato l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, in un’intervista al Secolo XIX. Il medico, che nel corso dell’epidemia è spesso intervenuto in trasmissioni tv diventando ormai un volto noto del piccolo schermo, si è scagliato contro parte degli abitanti della città dove lavora per combattere il Coronavirus. “Questa città non mi ha accolto come mi sarei aspettato” ha infatti dichiarato Bassetti aggiungendo: “Non credo che rimarrò a Genova quando l’emergenza sarà finita. Ma non per mia volontà. Lo ha voluto una certa parte di città che mi attacca quotidianamente. Non posso vivere in un luogo dove mi vergogno a far leggere ai miei figli cosa dicono di me, sono schifato”.

    L’infettivologo non comprende le critiche e il livore nei suoi confronti e commenta: “Una parte di Genova non merita il lavoro che è stato fatto”. Non solo, Bassetti ritiene anche che “una parte di questa città sia mediocre, nemica del cambiamento e di una visione che va oltre i confini regionali. Gente che sa solo parlare male senza proporre alternative”. Un messaggio rivolto anche ad alcuni politici “che hanno fatto speculazione e mi vedono come il diavolo perché mi sono affiancato al presidente della Regione Toti”. Diverse critiche Bassetti le ha ricevuto anche per la sua sovraesposizione mediatica: “Ho ricevuto attacchi da tutti. Da colleghi, da giornalisti, da politici. Sembra essere diventato lo sport cittadino. Manca solo che mi critichino per il colore dei calzini”.

    Bassetti conclude l’intervista tornando a parlare del suo rapporto d’amore con Genova: “Amo follemente questa città e ho voluto tornarci a tutti i costi, volevo che i miei figli crescessero qui. Non immaginavo di trovare tanta cattiveria. C’è questo atteggiamento nei confronti di chi prova a fare qualcosa di nuovo, non stupiamoci se Genova va male. Ricevo ogni giorno offerte di lavoro, potrei andare dove voglio. Arrivati a questo punto o mi rassegno alla mediocrità oppure me ne vado, col dispiacere nel cuore”.

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