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    Perché in Lombardia i contagi da Covid-19 calano così lentamente?

    La curva scende, ma in modo molto più lento rispetto ad altre Regioni d'Italia. Eppure, seguendo il trend registrato fino ad oggi, presto anche la Lombardia potrebbe vedere i suoi contagi azzerarsi

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 10 Giu. 2020 alle 19:32 Aggiornato il 10 Giu. 2020 alle 19:39

    Coronavirus, perché in Lombardia la curva dei contagi cala più lentamente

    Oggi in Lombardia sono stati registrati 99 nuovi contagi da Coronavirus e 32 morti. Ieri invece, a fronte di 9.848 tamponi, i nuovi positivi sono stati 192, mentre i decessi 15. Come fanno notare Stefano Landi e Simona Ravizza sul Corriere della Sera, nonostante questi dati indichino un calo significativo degli infetti, i numeri scendono con molta lentezza. Se nella prima settimana di giugno, infatti, i positivi erano 1.227, in quella tra il 25 e il 31 maggio erano 1.858; 2.266 in quella tra il 18 e il 24 e 3.337 tra l’11 e il 17. Il trend è in costante calo, appunto, ma la Regione focolaio del virus in Italia paga ancora i numeri record rilevati all’inizio dell’emergenza, quando i casi sono arrivati a crescere di 3.200 in 24 ore. Anche se l’aumento da un giorno all’altro ormai è quasi sempre sotto all’1 per cento, i contagi in numero assoluto restano più alti del resto d’Italia.

    Uno dei motivi è che una percentuale consistente degli attualmente positivi sono i pazienti in isolamento domiciliare, che è la sacca più lenta da svuotare. Dei 17.857 attualmente positivi in Regione, oltre 15mila sono in questa condizione, in cui fino a quando non si riceve il doppio tampone negativo, si viene considerato come positivo e, quindi, conteggiato. E non sono pochi i casi in cui, in Lombardia come anche altrove, il test da esito negativo per sei o sette volte anche su persone che non manifestano alcun sintomo. L’altro motivo per cui il trend negativo avanza più lentamente, come spiega il quotidiano, è il perdurare di focolai domestici, in cui è difficile isolare le persone affette in casa.

    Discorso diverso per quanto riguarda i malati in terapia intensiva, una curva che sta scendendo in modo molto più marcato e tangibile, anche perché ormai chi esce dalla rianimazione non viene sostituito come nel momento di massima viralità del virus, quando i malati in ventilazione artificiale sono arrivati a essere 1.400. Ad oggi invece il numero di ricoverati in terapia intensiva resta sotto le 100 unità, e quello degli ospedalizzati è di poco superiore ai 2.600. A inizio aprile erano ben 12mila i malati registrati negli ospedali.

    Quando ci si avvicinerà, dunque, al tanto agognato “zero” anche in Lombardia? È difficile da prevederlo con certezza, perché il conteggio risente di tante variabili. Non ultimo il fatto che spesso la curva oscilli per via dei tamponi che non vengono esaminati immediatamente, ma smaltiti in un secondo momento, facendo risalire, anche se di poco, il numero di positivi. Eppure, considerando la media di riduzione di casi intorno ai 500 delle ultime settimane, la Regione potrebbe avvicinarsi ai numeri delle altre tra circa 20 giorni. Ma, man mano che i numeri si riducono, il calo è progressivamente più lento.

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