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“Il Coronavirus è colpa vostra, lesbiche di m***a. Vi violento”: gli insulti a una coppia di ragazze

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“Il Coronavirus è colpa vostra, lesbiche di m***a. Vi violento”: gli insulti a una coppia di ragazze

Una triste vicenda quella di Erika Mattina (di Monza) e Martina Tammaro (di Arona), una coppia vittima di un episodio di omofobia. “L’odio non va in quarantena”, scrivono le due ragazze in una lettera pubblicata su Leggo. Neppure durante questa fase difficile legata all’emergenza Coronavirus, infatti, gli odiatori hanno smesso di scagliarsi contro chi è ritenuto diverso o più debole.

S&D

L’insulto più stupido e ignorante ha colpito Erika e Martina, vale a dire quello di aver portato il Coronavirus. La loro “colpa”? Essere lesbiche. “Non solo hanno trovato il modo di insultarci, ancora e ancora, ma ci hanno anche attribuito “la colpa” per l’arrivo del Coronavirus. Ed anche per tutte le altre disgrazie che stanno capitando (e capiteranno)”, scrive la coppia.

 

 

In questi mesi hanno ricevuto minacce di morte e di stupro, per il semplice fatto di essere quello che sono e amarsi. Come se non bastasse, le due finora non hanno neppure potuto denunciare. Oltre al danno la beffa. “Abbiamo chiamato più e più volte i carabinieri, e ci hanno sempre detto di aspettare. Ora, finalmente, dopo quasi 2 mesi di reclusione, martedì potremo andare dai carabinieri. Anche se ci hanno detto che per gli insulti più vecchi, è troppo tardi. Passati 3 mesi, non si può più far nulla (o quasi)”.

Una storia la loro che permette di ricordare a tutti come ancora ci sia tanta strada da fare sul tema dei diritti e della lotta all’omofobia. “Perché vi scriviamo, però? Perché tra due settimane, il 17 maggio, sarà la giornata conto l’omontransfobia. Un fenomeno, ancora oggi, troppo radicato e invisibile agli occhi di tutti. E non è normale, a 24 e 22 anni, ricevere ogni giorno insulti e minacce solo per il semplice fatto di amarsi. Solo nell’ultima settimana abbiamo ricevuto più di 100 offese/insulti gratuitamente. Perché l’odio non è andato in quarantena. E mentre tutto il mondo si è fermato, noi incluse, ci siamo ritrovate con valanghe di offese disgustose e “colpe” che non abbiamo. Noi abbiamo una pagina Instagram, @leperledegliomofobi, che denuncia tutto questo, e cerchiamo di aiutare e sensibilizzare più persone possibili. Anche se a volte è un po’ dura”.

coronavirus lesbiche

Le due ragazze, fidanzate da tre anni, nell’agosto del 2019 erano state insultate per una foto in cui si baciavano. In un’intervista a Leggo, Erika e Martina hanno chiarito il problema della mancata denuncia: “Ci siamo informate telefonicamente per tre volte. La prima volta ci è stato detto che la questione al momento non era prioritaria. Ci siamo sentite sminuite, anche se capiamo la situazione. Alla seconda telefonata ci hanno consigliato di aspettare la fine della Fase 1, sicuramente anche per tutelare la nostra salute. Solo la settimana scorsa abbiamo ricevuto il via libera: domani potremo denunciare. Andremo dai Carabinieri di Arona, perché la Polizia Postale è troppo distante. Porteremo tutto quello che abbiamo, dalle offese online ai video molesti che arrivano in continuazione: per molti uomini due ragazze lesbiche sono sinonimo di porno. Ma non tutte le offese online sono perseguibili, per denunciare è necessario che scattino minacce o diffamazione”.

Leggi anche: 1. Il Patriarca ucraino Filaret: “Il Coronavirus è colpa dei gay e dei matrimoni omosessuali”  /  2. L’arcivescovo Carlo Maria Viganò: “È la conseguenza di sodomia e matrimoni gay”

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