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    Coronavirus, il biologo Bucci: “Invertire la rotta o sarà peggio di marzo”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 18 Ott. 2020 alle 19:17

    Coronavirus, il biologo Bucci: “Invertire la rotta o sarà peggio di marzo”

    Non ha dubbi il biologo Enrico Bucci, professore di Biologia alla Temple University di Philadelphia, nel commentare gli ultimi, preoccupanti bollettini del Coronavirus in Italia: “Il ‘liberi tutti’ dell’estate – ha dichiarato in un’intervista a Repubblica – ha rimesso in moto la circolazione del virus che era stata fermata con il lockdown di primavera: lo dicevano chiaramente i numeri in crescita ad agosto. Poi il 16 settembre abbiamo visto un rallentamento, dovuto probabilmente al rientro dalle vacanze e a una riduzione dei contatti. Ma dal 4-5 ottobre le curve hanno ripreso a salire in modo preoccupante”.

    Il professor Bucci segue l’evoluzione della pandemia sin dall’inizio, studiando i numeri dell’emergenza e monitorando le ricerche in corso nei laboratori di tutto il mondo in vista di una cura o di un vaccino. “Ci siamo rimessi su un binario pessimo e stiamo per affrontare un inverno molto duro. Ma spero che non si ricorra al lockdown, che è l’extrema ratio, una sorta di sconfitta”, ha aggiunto. Il biologo ha inoltre precisato che “gli unici dati attendibili sono quelli relativi ai ricoveri, ai ricoveri in terapia intensiva e ai decessi”, visto che “i nuovi casi dipendono da troppi fattori, a cominciare dal numero di tamponi che si effettuano”.

    Nell’analizzare i dati, Bucci ha spiegato che “la situazione è peggiorata tra il 4 e il 5 di ottobre. In quel momento le curve di ricoveri e di ricoveri in terapia intensiva hanno cambiato pendenza e hanno ripreso a salire in modo preoccupante. Se proiettiamo l’andamento attuale su fine ottobre, ci ritroveremo con 1.500 ricoverati nelle terapie intensive e 12mila pazienti Covid nei reparti ordinari. Ma attenzione: è una proiezione di quello che accadrebbe se l’andamento rimanesse l’attuale”. Se, invece, le attuali misure restrittive sortissero gli effetti sperati, “proiettando a fine mese quelle curve meno pendenti, vediamo che il 30 ottobre avremmo avuto 510 casi in terapia intensiva e circa 6.000 ricoverati sintomatici”.

    Secondo Bucci, la nuova impennata di contagi da Coronavirus in Italia è dovuta “probabilmente alla ripresa delle attività lavorative, i contatti prolungati con persone diverse. Penso soprattutto ai mezzi di trasporto: stare venti minuti in cento persone in un vagone della metropolitana moltiplica le probabilità di contagio. Si può anche avere la mascherina chirurgica, che protegge gli altri e non noi stessi, ma se c’è un superspreader nel vagone che magari la mascherina non la indossa o la indossa male l’epidemia va nelle case e nelle scuole”.

    Infine, il biologo parla anche dell’eventualità di un nuovo lockdown: “Va evitato ad ogni costo. La letteratura scientifica è chiara: per massimizzarne gli effetti, il lockdown andrebbe fatto prima possibile. Insomma, dovremmo già essere in lockdown, perché se lo si adotterà tra 4 o 5 settimane la discesa sarà molto più lenta. Sappiamo però che vanno conciliate due esigenze ugualmente importanti: la tutela della salute degli italiani e la tenuta sociale ed economica del Paese. L’Italia non è la Cina, non ha la forza per imporre due lockdown in un anno”.

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