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    Caso Cucchi, condannati i carabinieri accusati del pestaggio: 12 anni per Di Bernardo e D’Alessandro

    Illustrazione di Emanuele Fucecchi

    La procura aveva chiesto 18 anni di carcere

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 14 Nov. 2019 alle 19:53 Aggiornato il 15 Nov. 2019 alle 09:01

    Caso Cucchi, condannati i carabinieri accusati del pestaggio

    Sono stati condannati in primo grado a 12 anni di carcere Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due carabinieri accusati del pestaggio di Stefano Cucchi, trentunenne romano trovato morto in una stanza del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009, sei giorni dopo il suo arresto. Per loro la procura aveva chiesto 18 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. A pronunciare il verdetto è stata oggi pomeriggio, giovedì 14 novembre 2019, la Corte d’Assise del Tribunale di Roma.

    Di Bernardo (ecco chi è) e D’Alessandro (ecco chi è) sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale. Mentre Francesco Tedesco, il supertestimone che, a nove anni di distanza, ha accusato i suoi colleghi del pestaggio di Cucchi, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per falso ed è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Per lui il pm aveva chiesto l’assoluzione dall’omicidio preterintenzionale e 6 anni e 6 mesi di reclusione per l’accusa di falso.

    Il maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti comandante della stazione Appia, è stato condannato a 3 anni 8 mesi per il falso mentre è stato assolto dalla calunnia dopo che il reato è stato riqualificato in falsa testimonianza. Per il falso la procura aveva chiesto 8 anni di carcere. Anche il carabiniere Vincenzo Nicolardi è stato assolto dall’accusa di calunnia.

    Le reazioni alla sentenza:

     

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    In aula, erano presenti anche la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi che si è sempre battuta per la ricerca della verità sulla morte di suo fratello, e i genitori del geometra romano, Giovanni e Rita, i quali, prima della lettura della sentenza, hanno dichiarato di “essere andati avanti grazie alla figlia Ilaria”.

     

    “Stefano è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da dieci anni. Forse ora potrà risposare in pace”, ha dichiarato Ilaria Cucchi alla lettura della sentenza. E ancora: se siamo arrivati qua “è grazie a tutti coloro che ci hanno creduto”. “Voglio ringraziare tutti gli uomini e donne in divisa perbene”. “Ci sono voluti dieci anni, ma tutto il nostro sacrificio è servito. Siamo arrivati fin qui e ho mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che l’ho visto. Andremo fino in fondo”.

    “Un po’ di sollievo dopo dieci anni di dolore e di processi non veri”, ha detto Rita Calore, madre di Stefano, abbracciando il marito dopo la sentenza. La donna ha parlato di “lunghissimi anni di bugie e processi sbagliati”. “Finalmente la verità è venuta fuori grazie al dottor Musarò e al dottor Pignatone, finalmente Stefano inizia a riposare in pace”, ha detto ai giornalisti.

    Fabio Anselmo, difensore della famiglia Cucchi, ha commentato: “Stefano è morto per colpa di quelli che lo hanno pestato, stava bene prima di essere arrestato ed è stato restituito cadavere. Siamo particolarmente commossi perché era una verità evidente. Sono passati dieci anni di vita che abbiamo perso tutti”.

    Le reazioni dei genitori di Stefano Cucchi

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    “È finito un incubo”, sono le parole di Francesco Tedesco, assolto dall’accusa di omicidio, che con le sue dichiarazioni ha indicato le responsabilità nel pestaggio del giovane romano. Il pensiero dell’accusatore è stato riferito all’Ansa dal suo difensore, Eugenio Pini. “Tedesco ha mostrato soddisfazione per l’esito di questo processo ed è andato via senza aggiungere altro”.

    Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, dopo la sentenza Cucchi ha espresso il dolore per la vicenda. “Abbiamo manifestato – ha affermato – in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda culminata con la morte di Stefano Cucchi. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Roma che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’Istituzione”.

    Sempre nella giornata di oggi è attesa la sentenza d’appello-ter nel processo nei confronti dei cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini accusati di omicidio colposo. È arrivata la prescrizione per quattro medici e l’assoluzione per un altro. Ad essere assolta è stata la dottoressa Stefania Corbi. Reato prescritto invece per il primario Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo.

    Ilaria Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo parlano con il carabiniere e testimone Riccardo Casamassima. Credit: Anna Ditta
    Il pm del caso Cucchi Giovanni Musarò. Credit: Anna Ditta
    Il carabiniere imputato-testimone Francesco Tedesco. Credit: Anna Ditta

    Il caso Cucchi in breve

    Stefano Cucchi, 31enne geometra romano, è stato arrestato dai carabinieri nel parco degli Acquedotti la sera del 15 ottobre 2009 per detenzione di sostanze stupefacenti. Sei giorni dopo, Cucchi viene trovato morto in una stanza del reparto protetto dell’ospedale Pertini il 22 ottobre 2009.

    È l’inizio di una lunga e complessa vicenda giudiziaria e di una lotta per la verità portata avanti soprattutto da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, affiancata dall’avvocato Fabio Anselmo.

    Dalle inchieste sul caso Cucchi sono nati diversi processi.

    Il primo è quello avviato nel 2011 nei confronti degli agenti della polizia penitenziaria, accusati di lesioni e abuso di autorità, degli infermieri e dei medici del Pertini, accusati di omicidio colposo. I tre agenti di polizia penitenziaria e gli infermieri sono stati assolti nel 2015 in via definitiva. Per quanto riguarda i medici, invece, sono stati condannati in primo grado per omicidio colposo, e poi due volte assolti in appello (con due rinvii della Cassazione) il primario Aldo Fierro e gli aiuti Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo. Il 14 novembre è attesa nei loro confronti la sentenza del processo di appello-ter. Ma il reato loro contestato, quello di omicidio colposo, è caduto in prescrizione.

    Il secondo processo Cucchi (o Cucchi-bis) è quello contro i cinque carabinieri, che si è concluso (in primo grado) con la sentenza di oggi.

    Il terzo processo è quello per depistaggio che vede imputati otto carabinieri – tra cui alti vertici dell’Arma – e che sarebbe dovuto iniziare il 12 novembre. Tuttavia, il giudice che avrebbe dovuto presiedere l’udienza si è astenuto in quanto ex carabiniere. Qui chi sono i carabinieri imputati in questo processo e i fatti per cui sono finiti a processo.

     

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