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Carriera alias, Pietro Turano (Gay center) a TPI: “Valditara la applichi in tutte le scuole”

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Fa discutere l’episodio del liceo Cavour di Roma, dove un prof. di arte ha riconsegnato il compito in classe con il nome maschile sbarrato a un alunno che sta affrontando un percorso di transizione di genere. “Sei una donna, non un uomo”, ha detto il docente. Il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato che tutte le dovute verifiche saranno compiute per accertare se si sia trattato di un episodio di discriminazione, mentre lo studente si è appellato al regolamento approvato dal liceo scientifico quest’anno, che prevede il riconoscimento della carriera alias per gli alunni che sono in attesa di un pieno riconoscimento a livello burocratico del proprio percorso.

S&D

Attraverso una serie di provvedimenti da adottare a livello interno, il regolamento scolastico permette alle studentesse e agli studenti che stanno affrontando una transizione di non sentirsi discriminati nel luogo dove trascorrono la maggior parte del tempo, la scuola, in attesa di ricevere i documenti che riconoscano il cambio di genere.

“La carriera alias nasce da un’esigenza specifica e comprensibile: in un contesto come quello italiano, con un enorme vuoto e deserto normativo per quanto riguarda il riconoscimento dell’identità e dei percorsi di genere delle persone, servono strumenti che coprano quel vuoto per garantire il riconoscimento attraverso azioni specifiche, nei contesti dove vivono le persone che ne hanno bisogno. In assenza di una normative nazionale e diritti riconosciuti che valgono per tutti nasce l’esigenza di creare strumenti singoli”, spiega a Tpi Pietro Turano, portavoce del Gay Center.

La carriera alias è un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), attraverso il quale la persona trans chiede di essere riconosciuta e denominata con un genere alternativo rispetto a quello assegnato alla nascita. Insieme a questo provvedimento vanno poi concordate altre buone prassi, fra cui l’uso di spazi sicuri (scelta del bagno, dello spogliatoio, etc.), per la/lo studente trans, poiché sono questi i luoghi in cui avvengono spesso pesanti episodi di bullismo.

La carriera alias prevede anche la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla persona trans, nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale, evitando alle studentesse e agli studenti il disagio di continui e forzati coming out e la sofferenza di subire possibili forme di bullismo.

Al momento il regolamento non ha valore a livello nazionale, ma sono i singoli istituti a decidere se adottarlo o meno. Al Cavour di Roma è entrato in vigore a partire dal nuovo anno scolastico, dopo che l’anno scorso un episodio di discriminazione nella scuola aveva spinto le associazioni e gli studenti a chiedere che venisse applicato. Lo studente al centro del caso di questi giorni è il primo che lo ha fatto valere dopo l’adozione. Come spiega ancora Turano, nel Lazio il Gay Center e la Rete degli studenti medi hanno fatto adottare un protocollo a livello regionale che regola il modo in cui può essere chiesta e approvata la carriera alias da ogni studentessa o studente nelle scuole.

Al Cavour c’era un regolamento e anche la richiesta dello studente era già stata approvata. Quindi il comportamento del prof. viola un regolamento approvato dalla dirigenza. In particolare l’articolo 4 prevede che anche sui compiti in classe la persona possa utilizzare il nome di elezione e basta”, continua Turano. Per questo motivo il Gay Center ha chiesto al ministro dell’Istruzione che contro il professore di arte, se le verifiche confermeranno la versione dello studente, vengano applicate sanzioni.

“Già la carriera alias è un ripiego per il vuoto normativo che esiste a livello nazionale, non è possibile che non venga rispettata quando diventa un regolamento”, aggiunge. Il Gay center e la Rete degli studenti medi chiedono poi al ministro Giuseppe Valditara che il regolamento per il riconoscimento delle carriere alias venga applicato in tutte le scuole, a livello nazionale. “Nel momento in cui il ministro afferma che non c’è spazio a scuola per le discriminazioni, la richiesta è di far adottare a livello nazionale le carriere alias, che sia cioè il Ministero a chiederne l’adozione per tutte le scuole superiori d’Italia”.
Ma secondo Turano è importante che insieme all’adozione dei regolamenti ci sia un adeguata formazione del corpo docenti, per evitare che episodi come quello del liceo Cavour si verifichino nuovamente. “La direttiva nazionale che chiediamo deve essere anche un momento formativo, che spiega ai docenti perché è importante e perché non puoi rifiutarti di rispettarla. Questa è la nostra richiesta insieme a quella di adottare sanzioni nei confronti del docente, perché non si può agire deliberatamente”, conclude il portavoce.
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