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“Girati, voglio guardarti il seno, una carezza me la fai?”: sindaco calabrese ex Fdi arrestato per concussione sessuale

Immagine di copertina
Il sindaco Nicolazzi con Giorgia Meloni, leader del suo ex partito: dopo le intercettazioni dell'inchiesta Eolo, Meloni lo ha sospeso e Nicolazzi ha risposto uscendo da Fdi

Concussione sessuale: arrestato il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi (ex FdI)

Giusto una settimana fa il sindaco di Petilia Policastro, cittadina del crotonese, Amedeo Nicolazzi, aveva rilasciato alcune dichiarazioni a TPI a seguito delle intercettazioni contenute nell’inchiesta Eleo della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e dell’audizione (secretata) della prefetta di Crotone Maria Carolina Ippolito in commissione parlamentare antimafia. “Non sono indagato. Nella mia giunta non ci sono indagati, allo stato manco uno”, aveva fatto notare l’ex candidato regionale e componente dell’esecutivo provinciale di Fratelli D’Italia, che ha lasciato il partito dopo che la leader del partito Giorgia Meloni – proprio per quelle intercettazioni – lo aveva sospeso.

S&D

Oggi, venerdì 16 aprile, è stata invece eseguita una ordinanza applicativa di misura cautelare firmata dal Gip di Crotone Michele Ciociola che ha portato agli arresti il sindaco Nicolazzi e la sua ex vicesindaca Francesca Costanzo e ha imposto il divieto di dimora nella provincia di Crotone all’attuale vicesindaco Vincenzo Ierardi e all’ex assessore, ora consigliere comunale, Antonio Curcio.

I reati contestati sono molteplici, ma quella che ha causato più scalpore è l’accusa di concussione sessuale a carico dell’ex meloniano. Per il Gip “nel corso delle indagini emergeva una poliedricità delinquenziale del Nicolazzi, che si spendeva in eccentriche condotte penalmente rilevanti”.

Sesso in cambio di lavoro per il figlio di una bracciante

In un episodio datato 27 luglio 2018, un mese e mezzo dopo la rielezione a sindaco, Nicolazzi pone quelli che il Gip definisce “insistenti approcci” nei confronti di una donna che si era rivolta a lui per trovare lavoro al figlio, diplomato ragioniere e disoccupato.

La donna, presente in Comune nell’ufficio del sindaco, gli dice: “Beh speriamo che non mi prendete in giro, io ci conto… eh (…) se ci tenete veramente a me come mi avete scritto”. “E girati”, chiosa lui. “Non mi mettete in imbarazzo” risponde la donna. “E girati che non ti faccio niente, no.. te l’avevo promesso”, continua il Sindaco.

“Se ci tenete veramente a me mi dovete aiutare”, dice la donna. “Ti aiuto se tu ci tieni pure a me”, specifica Nicolazzi. La donna sottolinea nuovamente: “Mi dovete aiutare per mio figlio…”. Ricevendo come risposta: “Tu fai…io ti aiuto.., sii gentile però per favore… non mi hai nemmeno guardato…non scappare dai”.

Nel racconto contenuto nell’atto del Gip, che trova riscontro nelle intercettazioni, poi, la donna specifica verbalmente di essere in imbarazzo per le avances ricevute e palesa la scusa di avere suo figlio in auto che la aspettava sotto il Comune.

A quel punto Nicolazzi dice: “Non facciamo niente di quello che pensi…fatti guardare, solo guardare (…) solo il seno voglio guardarti (…) un attimo solo, ti chiedo questa cosa io … la prossima volta poi staremo un po’ insieme”. Al rifiuto della donna Nicolazzi risponde “Non mi fai guardare il seno? Scusa se vai a mare come vai? Non vai …”, salvo poi accettare apparentemente il diniego: “Va bene, non ti preoccupare dai…mi piacciono grandi…quando vedo grande…e dai… mi piace”.

A quel punto, però, passa a un’altra richiesta: “Una carezza me la fai almeno?”. All’ennesimo diniego della donna lui risponde: “Neanche una carezza a me? Io a te, no!…ma tu a me?”. “La prossima volta, mi mettete troppo in imbarazzo…però”, dice lei. “E chiudi gli occhi”, conclude il sindaco, salvo far audire agli intercettatori solo l’espressione da lui proferita: “Oh madonna mia…”.

Sentita dai carabinieri, la donna, una bracciante agricola separata dal marito, ha specificato di non aver denunciato quanto subito per timore che venisse a saperlo il figlio. “È l’unica ragione della mia vita e non voglio che soffra”, ha detto, sottolineando di essersi rivolta a Nicolazzi perché sindaco e perché grande imprenditore.

“Chi meglio di lui poteva aiutarmi nel trovare un’occupazione a mio figlio appena diplomato? Inoltre, in giro avevo sentito dire che altre persone si erano rivolte al sindaco per un lavoro”, dichiara ai Carabinieri del nucleo investigativo di Crotone, offrendo loro particolari inediti dell’episodio di violenza sessuale subito.

La donna conferma che il sindaco nel suo ufficio abbia effettivamente chiamato il presidente della Comunità Montana della Sila Vincenzo Mazzei per trovare un posto di lavoro al figlio, fissando un appuntamento con lo stesso. La donna racconta: subito dopo “Nicolazzi iniziava a guardarmi in modo strano nel senso che, avendo gli occhiali verso la punta del naso, mi guardava con insistenza fuori dalle lenti verso il seno. Mentre faceva così mi toccava la mano con la sua accarezzandomela, ma io la tirai indietro imbarazzata e spaventata”.

Il racconto prosegue con le palpate al seno: “Mi afferrava il seno cercando dapprima di farlo dal di sotto della maglietta per poi farlo su di essa a seguito della mia ferma opposizione nell’alzarla”. E ancora: “Dirigendomi verso la porta lui si avventava per baciarmi, riuscendo solo a sfiorarmi le labbra poiché lo respingevo; in questi frangenti si afferrava il pene attraverso i vestiti, facendomi notare il suo stato di eccitazione”. L’episodio, come specificato in atti, si conclude con la donna che fugge via terrorizzata.

Avances alla ex vicesindaca

Per i Carabinieri di Crotone la personalità del primo cittadino contiene la “tendenza a ricercare appagamento sessuale in termini poco ortodossi”. In una nota dell’Arma depositata il 10 agosto 2020 si fa riferimento al contenuto di una querela per diffamazione sporta dall’ex vicesindaca di Petilia Policastro Francesca Costanzo, oggi finita ai domiciliari con l’accusa di dare il cibo per i bisognosi a parenti e amici come mezzo di promozione elettorale alle elezioni comunali.

In questa querela, la vice di Nicolazzi (da lui sostenuta nella elezione al consiglio provinciale di Crotone) afferma di aver subito “ben più eloquenti avances sessuali” dal primo cittadino.

La Costanzo descrive un episodio in cui, ricevuta nell’ufficio di Nicolazzi, quest’ultimo avrebbe abbassato la cerniera dei pantaloni, palesando quelli che i carabinieri chiamano “propositi sessualmente apprezzabili”, ricevendo dalla stessa Costanzo un ceffone.

Silenzio da Fratelli D’Italia

Nessun commento è arrivato per il momento dalle parti di Fratelli D’Italia, in particolare dalla commissaria regionale del Partito, la deputata Wanda Ferro, né da Giorgia Meloni, né, tantomeno, dal deputato Edmondo Cirielli, già responsabile delle liste di Fdi alle elezioni regionali calabresi del 2020, che hanno visto Nicolazzi ottenere 3.965 preferenze sotto le effige della fiamma tricolore, nonostante il passato (recente) da consigliere comunale e provinciale del Partito Democratico.

La Meloni, con un provvedimento del mese scorso, lo aveva sospeso da Fdi a seguito delle intercettazioni ritenute “imbarazzanti” riguardanti le elezioni del Comune crotonese del 2018. Da allora, tutto l’establishment fratellista si è trincerato dietro un sonoro “No comment”.

uscit Esclusivo TPI: Calabria, le intercettazioni del sindaco di FdI che imbarazzano Meloni

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