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    Uno studio italiano rivela: “L’acqua ossigenata può prevenire il Covid”

    Credit: Arne Dedert/dpa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 28 Set. 2020 alle 09:42

    “Acqua ossigenata per prevenire il Covid”: la scoperta in uno studio italiano

    L’acqua ossigenata potrebbe prevenire il Covid: è quanto scoperto da un team di ricercatori italiani in uno studio, pubblicato sulla rivista internazionale Infection Control & Hospital Epidemiology, dell’università di Cambridge. Redatta da Antonio Del Prete, docente di Oftalomologia all’ Università Federico II, Arturo Armone Caruso, direttore sanitario dell’Aias di Afragola e responsabile dell’Uo di Diagnostica ORL e Citologia nasale, Antonio Ivan Lazzarino, ricercatore dell’Agency of clinical research and medical statistics di Londra, Lucia Grumetto, docente del dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, e dal medico Roberto Capaldi, la ricerca si basa sul “comportamento” del Coronavirus. Secondo gli studiosi, infatti, il Covid-19 staziona sul muco che ricopre le cellule epiteliali per poi replicarsi. In questa fase, però, il virus è più debole e può essere quindi aggredito prima che raggiunga la mucosa tracheale, il che solitamente avviene circa due giorni dopo aver contratto l’infezione.

    Secondo i ricercatori, quindi, in questo arco di tempo il Covid-19 potrebbe essere aggredito e dunque sconfitto con la comune acqua ossigenata, le cui proprietà anti-batteriche sono ben note alla comunità scientifica. Come? Attraverso dei semplici sciacqui. “Il perossido d’idrogeno, cioè la comune acqua ossigenata, come antisettico del cavo orale, mediante regolari sciacqui della mucosa orale (concentrazione al 3 per cento) almeno tre volte al giorno, e allo 1,5 per cento mediante nebulizzazione delle cavità nasali, e infine l’utilizzo dello iodopovidone allo 0,6 per cento istillato come collirio 2 volte al giorno, possono risultare particolarmente efficaci nella prevenzione dell’infezione generata da quello che è noto come Coronavirus” dichiara Antonio Del Prete, tra gli autori dello studio.

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