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Tyrrhenian Link: cosa c’è dietro una grande opera

Immagine di copertina
La piantumazione della Posidonia oceanica nei fondali vicino a Terra Mala

La tutela della biodiversità. Le bonifiche ambientali. La prevenzione del rischio idrogeologico. E la formazione di nuovi giovani professionisti dell’energia. Ecco l’impatto collaterale del Tyrrhenian Link

La missione primaria del Tyrrhenian Link, il collegamento in cavo sottomarino che unirà Sardegna, Sicilia e Campania, è garantire un futuro energetico più sostenibile per l’Italia, favorendo, al contempo, l’adeguatezza e la sicurezza della rete di trasmissione elettrica nazionale. Ma la realizzazione di questa ambiziosa infrastruttura energetica non si esaurisce nella posa dei cavi sottomarini che connetteranno fra loro le due isole e il continente: passa anche attraverso una serie di interventi collaterali che mirano a salvaguardare i territori e l’ecosistema marino, valorizzandone anzi ancor più il patrimonio naturale, culturale e archeologico.

Habitat salvo
In questa ottica di tutela e sostenibilità ambientale, ad esempio, Terna ha avviato le attività di trapianto della Posidonia oceanica presso l’approdo di Terra Mala, in provincia di Cagliari. Si tratta di una pianta acquatica caratteristica dei fondali del Mediterraneo e considerata una risorsa ecologica, poiché capace di creare delle praterie sommerse che sono fondamentali per la protezione della costa dall’erosione. Per minimizzare l’interferenza con l’habitat naturale, le piantine vengono trapiantate in aree appositamente identificate da esperti scientifici del settore. 

Anche all’approdo palermitano di Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese, i cavi sottomarini sono stati progettati in modo da minimizzare l’interferenza con l’habitat esistente. In questo caso, la società guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Giuseppina Di Foggia ha predisposto un’attività di trapianto sperimentale della Cymodocea nodosa, un’altra pianta acquatica autoctona del Mediterraneo che ha un ruolo fondamentale per l’ecosistema marino svolgendo un’azione di protezione della linea di costa dall’erosione e di difesa della biodiversità. Il progetto è particolarmente innovativo: non è mai stato effettuato, infatti, per questa specie, su così larga scala e in mare aperto. Il trapianto prevede il reinserimento nell’ecosistema marino di circa 20mila talee su circa 1.200 metri quadrati di fondale, a una profondità di dieci metri. Questi progetti di riposizionamento verranno monitorati nei prossimi anni, per verificare l’effettivo attecchimento e il corretto ripristino dell’habitat. 

Anche la tecnologia è al servizio della sostenibilità. Per la posa dei cavi marini agli approdi, Terna ricorrerà all’utilizzo della cosiddetta “Toc” (trivellazione orizzontale controllata), una tecnica di perforazione teleguidata che consentirà di installare tubazioni per la posa dei cavi superando eventuali praterie di Posidonia oceanica, garantendo la necessaria protezione del collegamento elettrico in caso di erosione costiera. 

Tra ambiente e archeologia
Il gestore della rete elettrica nazionale, inoltre, è impegnato a ridurre al minimo l’impatto visivo e ambientale delle future stazioni di conversione. Sono previsti interventi di ingegneria naturalistica per il mascheramento degli edifici, cosicché le strutture possano integrarsi in modo armonico nel contesto paesaggistico circostante. Le soluzioni architettoniche ed estetiche saranno definite insieme agli enti locali, nel rispetto delle peculiarità dei territori e delle istanze delle comunità che risiedono nella zona. 

Altri importanti attività di tutela del territorio riguardano la prevenzione del rischio idrogeologico. I tecnici di Terna hanno effettuato una valutazione preliminare in questo senso già durante l’iter autorizzativo dell’opera. Sono in fase di redazione i progetti delle opere di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche. In alcuni siti, per garantire il principio di invarianza idraulica, sarà necessario prevedere l’installazione di vasche di laminazione a monte dello scarico nel recettore finale. 

Il Tyrrhenian Link porterà con sé anche interventi di bonifica del territorio. Già nel 2023 Terna ha eseguito una massiccia attività di risanamento ambientale nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo in località San Nicola Varco, nel Comune di Eboli (Salerno), dove sorgerà la futura stazione di conversione. Si tratta di un luogo che versava in stato di grave abbandono e incuria, ma ora i rifiuti e i materiali contenenti amianto sono stati rimossi. Analoghi interventi sono stati effettuati a Caracoli, nel Comune di Termini Imerese, e a Selargius, nel cagliaritano.

Significative sono, poi, le opere di tutela degli ulivi in Sardegna e Sicilia. Da febbraio 2024, nell’area dove sorgerà la futura stazione di conversione di Selargius, Terna ha avviato lavori di espianto e ripiantumazione di circa 230 alberi di ulivo, prevedendo la potatura dei rami per stimolarne la ripresa vegetativa e la crescita. Oltre alle necessarie azioni di irrigazione, è prevista la concimazione, la manutenzione e la cura degli ulivi e dell’area di reimpianto. 

A Termini Imerese, l’azienda sta effettuando attività di espianto e successivamente reimpianto di circa 1700 ulivi nelle aree in cui sorgeranno le stazioni di conversione dei rami Est e Ovest del Tyrrhenian Link.

Proprio a Termini Imerese, durante le indagini di scavo preventive per la realizzazione dell’infrastruttura, Terna ha scoperto un tratto di condotto, in gran parte ipogeo, riconducibile all’Acquedotto Cornelio di epoca romana. È stato quindi elaborato un piano di valorizzazione del patrimonio archeologico d’accordo con il Comune e la Soprintendenza: una parte del condotto dell’acquedotto sarà ricostituito in un’area del territorio comunale, dove sarà allestito un percorso espositivo. 

Master universitari
Di pari passo con la necessità di nuove infrastrutture improntate alla sostenibilità, la transizione energetica impone anche di promuovere la formazione di figure professionali in grado di portare avanti il vento del cambiamento.

Terna ha così dato vita al progetto Tyrrhenian Lab, un Master di II livello in “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica” organizzato in sinergia con le Università di Cagliari, Palermo e Salerno. Si tratta di un percorso formativo della durata di dodici mesi – giunto ormai alla quarta edizione e prorogato fino al 2027 – che ha l’obiettivo di istituire un centro di formazione di eccellenza nelle sedi delle tre città in cui approderanno i cavi sottomarini del Tyrrhenian Link.

I costi di partecipazione, per tutti i candidati ammessi, sono interamente sostenuti da Terna. Non solo: una volta completato il percorso formativo annuale, tutti i partecipanti saranno assunti con contratto a tempo indeterminato nelle sedi Terna delle tre città coinvolte. Così la nuova rete pensata per trasportare l’energia del futuro veicola anche la crescita occupazionale del presente.

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