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Home » Ambiente

Rosalba Giugni a TPI: “Vi racconto i 40 anni di Marevivo in difesa di Madre Madre”

Immagine di copertina
Rosalba Giugni, fondatrice e presidente di Marevivo

Da 40 anni i volontari di Marevivo, in prevalenza donne, si battono per la pulizia delle acque e delle coste. “All’inizio i bagnanti ci prendevano in giro, oggi corrono a unirsi a noi”, dice la presidente

Capri, 5 maggio 1985. La quiete vacanziera dell’isola viene travolta da un gruppo di attivisti che organizzano una manifestazione in difesa del mare guidati da una sommozzatrice caprese, Rosalba Giugni. L’iniziativa ha un tale successo che viene replicata all’Argentario, poi Portofino… Così nasce l’associazione Marevivo, che oggi compie 40 anni. Da allora non c’è praticamente località italiana sul mare dove Giugni & co non abbiano fatto sentire la propria voce in difesa del mare. Incontriamo la presidente di Marevivo a Venezia, dove ha appena portato il contributo dell’associazione alla sessione sull’acqua della Venice Climate Week. 

Rosalba, come comincia l’avventura di Marevivo?
«65 anni fa “rubai” la maschera subacquea di mia madre e cominciai ad usarla. I fondali marini mi affascinarono da subito, e così con un gruppo di amiche cominciammo ad esplorare la vita sott’acqua che ci catturò completamente. Ma ben presto ci rendemmo conto che c’era qualcosa che non andava nel modo in cui l’uomo trattava il mare: trovavamo chili di plastica e tonnellate di reti da pesca abbandonate. Il nostro paradiso si stava deteriorando, ma ce ne accorgevamo solo noi che lo esploravamo per ore ogni giorno. Decisi che bisognava fare qualcosa e così interpellai il mio amico Fulvio Pratesi del Wwf, che mi suggerì di fondare un’associazione, che poi sarebbe diventata Marevivo, a difesa di nostra “Madre Mare”». 

“Madre Mare” mi riporta al libro “Planet Aqua”, in cui Jeremy Rifkin rivela che la tutela dell’idrosfera è una questione di genere perché mentre gli uomini hanno sempre considerato l’acqua come una risorsa da sfruttare, privatizzare e mercificare, le donne l’hanno invece sempre vista come una fonte di vita…
«In effetti a quell’epoca lavoravo come volontaria per la Croce Rossa e avevo già tre figli, il più piccolo aveva 5 anni. Non potevo girarmi dall’altra parte mentre la nostra risorsa più preziosa subiva il più terrificante degrado e nessuno diceva o faceva niente. Sentivo che ero nata per proteggere il mare e che bisognava far capire alle persone cosa stava succedendo. I primi tempi furono duri perché quando organizzavamo i flash mob sulle spiagge per sensibilizzare l’opinione pubblica e portar via plastica e rifiuti, alcuni bagnanti si univano a noi ma altri ci prendevano in giro: “Signora, guardi che qui non ha pulito bene”… Mi chiamavano la “casalinga del mare”, dicevano che eravamo delle esagerate, che la plastica era solo brutta da vedersi ma non faceva alcun male. Ma non mi scoraggiai. Anzi, ci misi ancora più passione e impegno, anche perché stavano sorgendo associazioni per la tutela del mare anche in altre parti del mondo: ad esempio in California, dove delle mie amiche erano partite con una iniziativa simile a tutela del mare che oggi è diventata Ocean Conservacy. Comunque, concordo pienamente con Rifkin: sono le donne che proteggono il mare e l’acqua come fonte di vita. Sulla questione interverrò molto presto al Teatro San Carlo di Napoli in un ciclo di manifestazioni sul femminicidio. La mia manifestazione sarà sul femminicidio di “Madre Mare”…». 

E in effetti non è un caso che il barcone sul Tevere che fa da quartier generale di Marevivo sia anche familiarmente conosciuto come «The girls on the river», perché tutto il personale di Marevivo è donna, a cominciare dalla tua amica e cofondatrice Carmen Di Penta e da tua figlia Raffaella, che segue le tue orme.
«Insieme a tutte le ragazze abbiamo raggiunto risultati straordinari in ciascuna delle divisioni di Marevivo: innanzitutto la divisione subacquea, in cui si moltiplicano le iniziative per pulire i fondali da plastica, immondizia e chilometri di reti abbandonate, che soffocano gli ambienti più sensibili del fondale marino, si impigliano negli scogli e danneggiano i coralli e la vita marina in generale. Poi c’è la pulizia di spiagge e coste, la pulizia in barca a vela (da cui si vedono cose che è difficile vedere dalla riva o dalle navi) e infine ci sono le campagne in canoa e kayak, per le acque interne, fiumi e laghi… Ma, oltre alle campagne sul mare, Marevivo ha raggiunto anche straordinari risultati sul piano politico e legislativo… Non ci limitiamo ai flash mob ma abbiamo partecipato alle campagne per molte leggi a tutela del mare come la Legge Salva-Mare, che consentirà ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti, anziché scaricarla in mare come sono assurdamente obbligati a fare oggi per non incorrere nel reato di trasporto illecito di rifiuti. La legge prevede anche l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la plastica prima che arrivi in mare, e si occupa anche di dissalatori, posidonia oceanica e tanto altro come ad esempio le oloturie che i cinesi comprano a prezzi pazzeschi e mangiano perché le credono afrodisiache. Abbiamo fermato le spadare, che trascinavano via tutto il fondale per chilometri, abbiamo contribuito alle battaglie per le aree marine protette da Ustica a Capo Milazzo, alle Tremiti, fino all’attuale battaglia per salvare La Gaiola dall’inimmaginabile inciviltà del secondo scarico fognario, E non dimentichiamo la battaglia per inserire l’Ambiente nell’articolo 9 della Costituzione, fatta con tutte le altre associazioni ambientaliste. Purtroppo sulla legge Salva-Mare mancano i decreti attuativi, quindi la battaglia non è ancora finita!». 

Quali sono i programmi di Marevivo per i suoi prossimi 40 anni?
«Innanzitutto puntiamo sull’educazione, che è la stella polare di Marevivo: continueremo a portare il mare a scuola e la scuola al mare, con il progetto Nauticinblu, e continueremo a batterci per proteggere “Madre Mare” da tutto quello che la mette in pericolo, innanzitutto l’inquinamento chimico e da plastica, e l’acidificazione dovuta al cambiamento climatico, che mina gli ecosistemi e i cicli biologici mettendo in pericolo le forme primordiali di vita sia animale (i copecodi) che vegetale (le diatomee e il fito plancton). Infine (ma non da ultimo) la battaglia contro l’overfishing, e il programma Delfini Guardiani. Il mare è il grande regolatore degli ecosistemi grazie al continuo movimento di maree e correnti, che trasportano nutrienti, temperature e regolano il clima. La vita nel mare, nata 4 miliardi di anni fa, è stata in equilibrio fino a 200mila anni fa, quando è comparso l’uomo che sta distruggendo quell’equilibrio. Per questo la nuova frontiera di Marevivo è la campagna di divulgazione che lega il mare alla transizione ecologica Only One (One Planet, One Ocean, One Health) in collaborazione con la Lega Navale Italiana e la Marina Militare, che ci ha messo a disposizione la splendida nave Amerigo Vespucci». 

Qual è la più grande soddisfazione di Rosalba Giugni dopo i primi quarantanni di Marevivo?
«Ce ne sarebbero moltissime, ma se proprio devo sceglierne una direi che è la reazione di bagnanti e gente comune quando organizziamo la pulizie delle spiagge oggi. Nessuno più fa lo spiritoso o lo scettico: tutti corrono per unirsi a noi nella protezione di nostra “Madre Mare”!».

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