Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:10
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

Piste ciclabili, aree pedonali e “foreste urbane”: così Parigi ha detto “au revoir” all’inquinamento

Immagine di copertina

In vent’anni la Ville Lumière ha ridotto le polveri sottili del 55% e dimezzato il biossido di azoto, rendendo l’aria più pulita e la città più vivibile. Ecco come ci è riuscita

Da meta turistica che fa più male alla salute a modello virtuoso per le politiche green: così Parigi, in poco meno di 20 anni, è riuscita a ripulire la propria aria attraverso una trasformazione urbanistica significativa e interventi mirati assai impopolari. Solamente pochi anni fa, infatti, la capitale francese, tra le città più visitate al mondo, la seconda in Europa dopo Londra, vantava il triste primato di meta turistica con la peggiore qualità dell’aria a causa dell’inquinamento, che ha effetti devastanti sulla salute umana.

In Europa, infatti, ogni anno muoiono circa 420mila persone a causa di malattie respiratorie, di cui oltre il 60 per cento per malattie respiratorie croniche, causate dall’inquinamento atmosferico. Gli agenti più inquinanti sono il particolato fine (PM10 e PM2.5), le cosiddette polveri sottili, e il biossido di azoto (NO2). Le principali fonti di inquinamento atmosferico urbano sono il traffico veicolare, auto diesel e mezzi pesanti tra tutti, il riscaldamento domestico e le attività produttive delle industrie.

La “rivoluzione” Hidalgo
Ridurre l’inquinamento è una sfida enorme, che, però, si può vincere. Ci è riuscita, come detto, Parigi che in poco meno di vent’anni ha ridotto le polveri sottili del 55 per cento e ottenuto una diminuzione del 50 per cento del biossido di azoto. Un dato confermato dall’organizzazione indipendente Airparif, che monitora la qualità dell’aria nella regione dell’Île-de-France.

Nel 2007 praticamente tutti i quartieri di Parigi superavano i limiti dell’Unione europea per il biossido di azoto, una tendenza che ha iniziato a cambiare dal 2023 quando solamente le strade e le autostrade più trafficate, in particolar modo quello che circondano la città, hanno continuato a registrare alti livelli di inquinamento atmosferico.

Dal 2014, anno in cui è stata eletta, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, confermata per un secondo mandato nel 2020, ha intrapreso una serie di misure urbanistiche e politiche volte a favorire la mobilità sostenibile. La prima cittadina della capitale ha eliminato 50mila parcheggi per scoraggiare l’uso dell’auto privata. Al contempo le piste ciclabili sono più che raddoppiate (in dieci anni sono state realizzate 550 chilometri di nuove piste), alcune delle quali create in corsie che prima erano dedicate solo ed esclusivamente alle auto. 

Il risultato? Il traffico automobilistico all’interno di Parigi è diminuito del 50 per cento, mentre il traffico ciclistico sulle piste ciclabili è aumentato di oltre il 71 per cento. L’esempio eclatante di questa trasformazione è data da Rue de Rivoli, una delle vie più iconiche di Parigi, che dal 2020 è stata completamente restituita ai parigini. La strada, che costeggia il Museo del Louvre e termina in Place de la Concorde, è diventata, in parte, una via pedonale nonché una grande pista ciclabile che permette ai cittadini di passeggiare e al tempo stesso muoversi in totale libertà in uno dei luoghi più frenetici della capitale francese. Per ovviare alle chiusure di alcune strade trafficate vi è stato ovviamente un incremento dei mezzi pubblici, considerando anche, dettaglio non di poco conto se paragonato alle nostre città, che la capitale francese dispone di 14 linee della metro.

Ztl, verde e scuole
Non solo piste ciclabili e pedonali: l’amministrazione parigina ha istituito nel centro cittadino una zona a traffico limitato (Ztl) con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e il rumore e aumentato le zone con limiti di velocità a 30 chilometri orari. Una decisione che ha riguardato anche le boulevard périphérique, l’equivalente delle nostre tangenziali dove il limite di velocità è stato ridotto da 70 a 50 chilometri orari. Il risultato è che gli ingorghi sono diminuiti del 20 per cento, mentre il numero degli incidenti è calato. Ridotto anche l’inquinamento acustico così come le emissioni di biossido di azoto e polveri sottili. Le boulevard périphérique sono state oggetto di un’altra interessante sperimentazione, quella relativa al “carpooling”, ovvero la pratica di condividere un’automobile privata per un tragitto comune con altre persone, riducendo il numero di veicoli in circolazione e, di conseguenza, i costi di trasporto e l’inquinamento. Sulle boulevard périphérique, infatti, sono state realizzate delle corsie preferenziali, attive negli orari in cui si registrano i maggiori flussi di traffico, per i veicoli che trasportano almeno due persone.

E ancora: negli ultimi anni sono stati realizzati 45 ettari di nuovi spazi verdi ed è stato varato il Piano biodiversità 2024-2030 con l’obiettivo di preservare le 2.800 specie della fauna e della flora selvatica presenti sul territorio. Tra le iniziative intraprese, inoltre, c’è quello relativo all’apertura delle “Rues aux écoles” (strade scolastiche). Si tratta di strade dove si trovano gli ingressi di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie che vengono chiuse al traffico durante l’orario scolastico. Nelle ultime settimane sono state 57 le strade scolastiche istituite che vanno ad aggiungersi alle 168 già realizzate per un totale di 225 vie totalmente pedonalizzate o chiuse solamente durante l’orario scolastico alcune delle quali arricchite da spazi verde e aree di gioco.

Critiche e sfide future
Le iniziative intraprese dal 2014 dalla sindaca Hidalgo sono state aspramente criticate non solo dagli esponenti politici dell’opposizione ma anche dai parigini stessi. Cittadini che, però, con il passare del tempo hanno capito l’importanza di vivere in una città libera da traffico e inquinamento. La dimostrazione è che gli stessi residenti sono diventati parte integrante della rivoluzione messa in atto nella capitale francese. Nel febbraio del 2024, infatti, il 54,55 per cento dei parigini ha votato a favore di un aumento delle tariffe per i parcheggi per le “auto individuali pesanti, ingombranti e inquinanti”. Parcheggiare in centro un Suv, infatti, ora costa 18 euro l’ora con lo stazionamento per sei ore che fa lievitare la tariffa a 225 euro.

Ma questa non è l’unica decisione presa dai cittadini attraverso una consultazione popolare. Lo scorso 23 marzo, infatti, il 65,96 per cento dei parigini che si sono recati alle urne si sono detti favorevoli alla pedonalizzazione e vegetalizzazione di 500 nuove strade.

L’ambizione della sindaca Hidalgo è quella di rendere Parigi un’area urbana 100 per cento ciclabile tramite la creazione della cosiddetta “città dei 15 minuti”. La prima cittadina, inoltre, vorrebbe arrivare a pedonalizzare quasi totalmente il centro di Parigi, a partire dagli storici Champs-Élysées che Hidalgo vorrebbe trasformare in una sorta di “giardino straordinario”. La via più famosa della capitale francese, intanto, è stata pedonalizzata pro-tempore: la prima domenica di ogni mese, infatti, gli Champs-Élysées vengono totalmente chiusi al traffico permettendo ai parigini di vivere appieno uno dei luoghi più belli e affascinanti della Ville Lumière.

Nelle intenzioni della prima cittadina di Parigi, inoltre, c’è la creazione di vere e proprie “foreste urbane” situate nel centro della capitale. Tra i luoghi già individuati, oltre a Hôtel de Ville, la piazza dove si trova la sede del municipio, c’è la Gare de Lyon, la più nota stazione ferroviaria della città, e il retro dell’Opéra Garnier. Hidalgo, inoltre, vorrebbe dare vita a due nuovi grandi parchi, nel quartiere Bercy-Charenton e nel XV Arrondissement.

Un esempio da seguire
A Parigi, dunque, si respira un’aria nuova in tutti i sensi, sicuramente più pulita e meno dannosa dal momento che potrebbe prevenire ogni anno 7.900 decessi prematuri nella regione dell’Île-de-France. Se molto rimane ovviamente da fare, quel che è certo è che la capitale francese può diventare un modello non solo per le altre capitali europee ma anche per tutte le metropoli mondiali. Solo intraprendendo delle vere e proprie trasformazioni urbanistiche, favorendo la mobilità sostenibile, infatti, si possono raggiungere determinati obiettivi in materia di salute pubblica e qualità della vita.

In Italia, ad esempio, sono ancora molti i passi in avanti da fare nonostante alcune città abbiano già intrapreso da anni alcune iniziative simili. Tuttavia, seppur utili, alcune singole misure come Ztl o riduzione del limite di velocità nei centri urbani, da sole non bastano. Le città italiane, infatti, sono ancora dominate dal traffico privato, che, come detto, è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. 

Per ridurre la dipendenza dall’automobile, però, è necessario investire sui mezzi pubblici, espandere le reti di piste ciclabili e incentivare l’utilizzo di veicoli meno inquinanti, come quelli elettrici. Ma, prima ancora, è necessaria una vera e propria rivoluzione culturale. Nel nostro Paese, infatti, la macchina è ancora vista come un mezzo necessario e imprescindibile per spostarsi da una parte all’altra della città. Colpa di mezzi pubblici spesso non efficienti, ma anche di una visione forse arcaica della mobilità. Ecco perché è necessaria una rivoluzione culturale ma anche un maggior coraggio da parte degli amministratori locali. Le misure intraprese dalla sindaca Hidalgo, infatti, erano tutt’altro che popolari quando sono state adottate ma, ora, come detto, oltre ad essere state accettate dai cittadini sono diventate una sorta di esigenza e una necessità per gli stessi parigini.

Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Ambiente / Tyrrhenian Link: cosa c’è dietro una grande opera
Ambiente / Il prof. Delfanti (PoliMI) a TPI: “Vi spiego come cambierà la rete elettrica”
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Ambiente / Tyrrhenian Link: cosa c’è dietro una grande opera
Ambiente / Il prof. Delfanti (PoliMI) a TPI: “Vi spiego come cambierà la rete elettrica”
Ambiente / The Electrification Job: ecco perché nei prossimi anni la domanda di elettricità esploderà
Ambiente / I nuovi ponti dell’energia: la transizione ha bisogno di infrastrutture adeguate
Ambiente / Energia, al via l’iter del Sardinian Link: si leva la protesta, ma non ci saranno espropri
Ambiente / Cop30, il Brasile di Lula non è verde come sembra
Ambiente / Cop30, l’incontro-scontro tra i leader dei due mondi nella lotta per il Clima
Ambiente / Il Tyrrhenian Link: quel cavo elettrico sottomarino tra Sicilia, Sardegna e Campania
Ambiente / Tyrrhenian Link: perché la transizione energetica divide i sardi