L’acqua di Roma tra storia e modernità
Le fontane monumentali. Gli iconici “nasoni”. Le tecnologiche case dell’acqua, dove bere liscia e frizzante di qualità e ricaricare lo smartphone. I punti idrici sono un simbolo della Capitale. Ecco come stanno cambiando
Roma non sarebbe Roma senza le sue fontane. Ci sono quelle monumentali, che contribuiscono a esaltarne la bellezza, quelle più “pratiche”, che permettono ai romani e ai turisti di dissetarsi quasi a ogni angolo. E poi ci sono quelle moderne: le case dell’acqua, che, oltre a offrire acqua potabile liscia e frizzante di elevata qualità, consentono a chiunque di ricaricare tablet e smartphone tramite prese di alimentazione elettrica Usb.
Nella Capitale il servizio idrico è gestito da Acea attraverso la controllata Acea Ato 2. Quest’anno, in occasione del Giubileo, l’azienda ha installato nel territorio della Città metropolitana tredici nuove case dell’acqua in alcuni dei punti di maggior afflusso di persone, tra cui le stazioni di Termini e Tiburtina, le basiliche di San Paolo e San Giovanni, i Musei Vaticani, il cimitero del Verano e piazza Giuseppe Gioachino Belli sul Lungotevere.
Ad oggi sono 180 le strutture come queste installate tra Roma e provincia. La qualità dell’acqua è certificata da rigorosi controlli periodici, mentre gli erogatori hanno una portata pari a 180 litri all’ora: una velocità che consente il riempimento di una bottiglia da un litro in 20 secondi. Come detto, in questi punti è possibile anche ricaricare i propri dispositivi elettronici, una ulteriore funzione utile per chi si sposta nella città eterna.
App
Nella Capitale si contano complessivamente circa 3mila fontane e fontanelle. Per localizzare dove si trova il punto idrico più vicino a sé, viene in soccorso la tecnologia. Acea ha elaborato un’app per smartphone, Acquea, che offre una mappatura capillare di oltre 150mila punti idrici distribuiti sul territorio nazionale ed europeo, principalmente a Roma e nel centro Italia.
Il servizio, disponibile in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo), descrive le proprietà dell’acqua di ogni singolo punto idrico verificandone la qualità e presto sarà arricchito da nuove funzionalità, come suggerimenti su percorsi sportivi, naturalistici o turistici, monitoraggio dei propri livelli di idratazione e giochi riguardanti i comportamenti virtuosi legati all’acqua.
Zampilli romani
Tra i punti idrici romani, meritano una menzione speciale i “nasoni”, fontanelle tipiche chiamate così per la forma ricurva della cannella che ricorda un grande naso. In centro storico ce ne sono più di 200.
La loro origine risale al XIX secolo, quando l’allora sindaco di Roma, Luigi Pianciani, introdusse per la prima volta un sistema di distribuzione dell’acqua pubblica per favorire l’igiene e garantire la salute dei cittadini. Una svolta di portata rivoluzionaria che portò, appunto, all’installazione lungo le strade e le piazze dei primi nasoni in ghisa, imponenti e robusti, simboli tangibili dell’impegno per il benessere comune. Con il passare degli anni, l’ottone ha sostituito la ghisa, portando con sé una modernità funzionale al nasone ma senza snaturarne l’iconica struttura. I primi esemplari, inoltre, erano caratterizzati da tre eleganti cannelle a forma di drago: uno di questi è ancora in funzione in via della Cordonata, vicino al Quirinale; un altro si trova nella pittoresca piazza della Rotonda, accanto alla celeberrima fontana del Pantheon.
Oggi, per praticità, ai nasoni è rimasta una sola cannella dalla forma liscia. Ma queste fontanelle sono rimaste tra i simboli della Capitale, incarnando l’anima romana e trasmettendo senso di comunità e ospitalità.
Nel 2024, anno in cui correva il 150esima anniversario del primo esemplare di questa fontanella tipica, Acea ha installato tre nuovi nasoni nei pressi del Colosseo, un tributo al loro impatto indelebile sulla storia e la cultura della città.
La grande bellezza
Acea gestisce anche nove delle principali fontane artistico-monumentali di Roma: dalla Fontana di Trevi, la più scenografica di tutte, alla Fontana del Nettuno in piazza Navona, opera di Giacomo della Porta; dalla Fontana del Tritone del Bernini alla Fontana delle Naiadi in piazza della Repubblica, considerata la più bella tra le fontane moderne di Roma.
L’azienda si occupa non solo degli invasi dei monumenti e degli impianti di trattamento dell’acqua, ma anche del servizio di illuminazione che valorizza questi monumenti. Areti, la controllata di Acea che si occupa di distribuzione elettrica e illuminazione pubblica a Roma, ha recentemente inaugurato la nuova illuminazione della Fontana dell’Acqua Felice, più conosciuta come Fontana del Mosè, in piazza San Bernardo, un intervento reso possibile anche grazie al finanziamento del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici di Roma Capitale.
Costruita sul finire del Cinquecento su commissione di Papa Sisto V, la fontana – progettata da Domenico Fontana – fu la prima a Roma a essere pensata appositamente come mostra d’acqua: rappresentava la mostra terminale del nuovo acquedotto Felice, creato per portare acqua ai rioni sorti sui colli Viminale, Quirinale ed Esquilino.
L’illuminazione è stata arricchita con ventuno nuovi proiettori subacquei a led di ultima generazione da 21 watt ciascuno e con sei nuovi trasformatori e alimentatori. Inoltre, sono stati sostituiti 80 metri di cavo in neoprene e perni e bulloni in acciaio inox per il fissaggio delle armature ed è stato installato un nuovo quadro-comando con interruttore magnetotermico.
Areti ha completato il rifacimento dell’illuminazione artistica anche presso le fontane del Nettuno e della Dea Roma in piazza del Popolo: per ciascuna fontana sono stati installati venti proiettori a led da 33 watt e sono stati posati nuovi trasformatori, cavi e componenti in acciaio IP68 in grado di garantire sicurezza e affidabilità anche in ambienti complessi come le vasche.
E ancora, l’azienda ha proceduto nei mesi scorsi alla valorizzazione dell’illuminazione della Fontana di via degli Staderari al Senato, opera proveniente dal complesso delle terme Neroniane, ritrovata nel 1985, durante gli scavi eseguiti nel cortile “della Palma”, tra Palazzo Madama e Palazzo Carpegna. In questo caso, sono stati installati dodici fari ad incasso con flangia in acciaio da 21 watt e tre scatole di derivazione IP68 (subacquei) e sono stati sostituiti 30 metri di cavo in neoprene e tre trasformatori.
«Continua il lavoro di Areti volto a valorizzare le bellezze artistico monumentali di Roma», spiega Raffaele De Marco, amministratore delegato e direttore generale di Areti. «È un lavoro che ci inorgoglisce e che non si ferma. L’illuminazione amplifica la bellezza di queste fontane e ne esalta i dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti».