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Home » Economia

Che cos’è lo Spread? Il video di #Telospiego

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Lo spread, che in italiano si traduce con differenziale, è la differenza di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi e nello specifico, la “forbice” tra il rendimento offerto dal Btp (buono del tesoro poliennale emesso dallo stato italiano) a 10 anni e quello offerto dal suo corrispettivo tedesco, il bund.

Oggi lo spread viene preso come riferimento per misurare la stabilità economica di un paese in relazione con gli altri paesi. (Qui il valore dello spread in tempo reale)

In realtà lo spread è un termine generico che indica semplicemente la differenza esistente fra due valori e assume significato diverso a seconda del contesto.

Che cos’è lo spread

È dal 2011 che il termine spread è sotto i riflettori e al centro dell’attenzione pubblica, assumendo nello specifico il significato di differenziale tra i BTP italiani e i bund tedeschi.

All’inizio di quell’anno, il 4 gennaio era a 173 punti.

Il 30 dicembre, dopo un’estate burrascosa e l’avvicendamento a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Mario Monti a novembre, lo spread arrivò a quota 528, con un incremento di addirittura 355 punti.

Nel calcolare lo spread vengono presi a riferimento i Btp. I Btp sono una delle 5 categorie di titoli di Stato emesse sul mercato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ciascuno con diverse caratteristiche in termini di scadenza, rendimento e modalità di pagamento degli interessi dovuti.

In generale i titoli di stato sono obbligazioni emesse per finanziare (coprire) il proprio debito pubblico o direttamente il deficit pubblico.

Il buono del tesoro è un certificato di debito emesso dallo Stato italiano per ottenere liquidità di denaro immediata.

Il rendimento dei Btp è emesso mediante il pagamento degli interessi attraverso cedole fisse semestrali. Alla scadenza dell’obbligazione lo Stato rimborsa il capitale iniziale.

Per determinare il valore dello spread bisogna innanzitutto calcolare il tasso di rendimento interno del Btp e del bund a 10 anni. Il valore dello spread è sempre espresso in punti base e non in percentuale. Un punto base corrisponde a una differenza tra i due rendimenti dello 0,01 per cento, 100 punti base corrispondono a una differenza dell’1 per cento.

Ad esempio se un BTP con una certa scadenza ha un rendimento del 7 per cento e il corrispettivo Bund tedesco con la stessa scadenza ha un rendimento del 3 per cento, allora lo spread sarà di 7 − 3= 4 punti percentuali ovvero di 400 punti base. La determinazione giornaliera dello spread avviene sulla base delle libere contrattazioni sui mercati dei titoli.

Il valore dello spread varia continuamente a seconda delle variazioni del prezzo dei titoli di stato.

Si è iniziato a monitorare il valore dello spread per misurare il “rischio Paese” per una determinata nazione in relazione ad altri paesi considerati più o meno sicuri.

Per “rischio paese” si intende il rischio di insolvenza di operatori, pubblici e privati di un determinato stato, dipendente da variabili politiche, economiche e sociali. Il “rischio paese” serve a chi investe con i paesi stranieri.

È questo il motivo per il quale davanti a crisi politiche, istituzionali o economiche di un paese, lo spread subisce alterazioni vistose ed è tenuto in considerazione per capire come reagiscono i mercati a quella determinata situazione.

Quando lo spread sale, cioè quando la differenza tra i titoli di stato italiani e tedeschi aumenta, a farne le spese sono coloro che hanno acquistato i Btp, e quindi le banche e i risparmiatori.

Quando lo spread è alto, se i risparmiatori vogliono vendere i titoli di stato, con lo spread che aumenta, il titolo stesso perderebbe valore.

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