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Giro d’Italia: il Chimborazo si tinge di rosa, Richard Carapaz a un passo dalla vittoria finale

Il commento di TPI sulla ventesima tappa del Giro d’Italia 2019

Di Simone Gambino
Pubblicato il 1 Giu. 2019 alle 18:50 Aggiornato il 1 Giu. 2019 alle 23:29

GIRO ITALIA 2019 VENTESIMA TAPPADal nostro inviato al Giro Simone Gambino – Doveva essere il Giro d’Italia del Tricorno, la montagna simbolo della Slovenia. Per qualche giorno, alla vigilia del tappone lombardo comprendente il Mortirolo, abbiamo sperato in una terza eruzione dell’Etna.

Alla fine, il 102° Giro d’Italia passerà alla storia, nel senso più autentico del termine, per la vittoria di un ragazzo che viene dalle Ande: Richard Carapaz. Qui abbiamo raccontato: Chi è Richard Carapaz, la sorpresa del Giro d’Italia 2019.

Il 26enne ecuadoregno Richard Carapaz infatti domani festeggerà all’Arena di Verona un successo che lo porrà nell’olimpo dello sport del suo paese insieme a Jefferson Perez, campione olimpico di marcia sui 20km ad Atlanta nel 1996, ed Andres Gomez, il tennista che trionfò al Roland Garros nel 1990.

Avevo anticipato che c’era poco da aspettarsi da questa cavalcata dolomitica tra le province di Belluno e Trento; un anello di 194 km con partenza da Feltre ed arrivo sul sovrastante Monte Avena. Con la salita più dura, il Passo Manghen, piazzata a più di 100km dall’arrivo, chi avesse nutrito intendimenti bellicosi, avrebbe dovuto avventurarsi in un attacco da lontano dal sapore fortemente suicida.

Quando, a due km dalla vetta dell’asperità che collega la Val Sugana alla Val di Fiemme, l’attacco del colombiano Miguel Angel Lopez ha permesso alla maglia rosa di staccare i suoi due avversari diretti per la vittoria finale, Vincenzo Nibali e Primoz Roglic, è apparso chiaro che il destino di questo Giro d’Italia era definitivamente segnato.

Restano, quindi, da registrare la generosa fuga di Fausto Masnada, che ha portato il bergamasco di Gianni Savio a conquistare la Cima Coppi sul Manghen, ed il successo di giornata di Pello Bilbao che ha doppiato il successo de L’Aquila, precedendo Mikel Landa Meana cui Carapaz ha tentato in ogni modo di regalare la vittoria di tappa.

Roglic, staccatosi sulla salita finale, ha perso la terza posizione in classifica generale proprio dall’uomo della Movistar anche se il distacco di soli 13” dovrebbe essere facilmente colmato dallo sloveno domani nella cronometro di chiusura a Verona.

Vincenzo Nibali dovrebbe aver blindato il secondo posto in classifica generale. Roglic, su cui pende anche il rischio di una penalizzazione per una vistosa spinta ricevuta, è staccato di 1’22”, oggettivamente troppo da recuperare in soli 17km. Il medesimo discorso, ma in senso negativo, vale per la vittoria finale: Carapaz, lontano 1’54”, è irraggiungibile. Sperare, dunque, non è lecito.

Leggi: Chi è Richard Carapaz, la sorpresa del Giro d’Italia 2019

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