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Home » Spettacoli » TV

Netflix firma i produttori del “Trono di Spade”

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David Benioff e D.B. Weiss lavoreranno insieme alla piattaforma streaming in un accordo da 200 milioni di dollari

Un’altra battaglia vinta nella guerra allo streaming per Netflix che in un momento di estrema tensione è riuscita a chiudere un accordo potenzialmente cruciale per i suoi anni avvenire. In una corsa contro il tempo (ma soprattutto contro i suoi competitor HBO, Amazon e Disney) il colosso di Los Gatos ha appena firmato un accordo di collaborazione esclusiva con David Benioff e D.B. Weiss (i creatori del “Trono di Spade“).

“Siamo entusiasti di dare il benvenuto a dei maestri come David Benioff e Dan Weiss qui a Netflix”, ha dichiarato Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix. “Sono una forza creativa e hanno deliziato il pubblico di tutto il mondo con le loro storie. Non vediamo l’ora di vedere cosa creeranno per i nostri utenti”.

Secondo Deadline, che ha riportato per primo la notizia, l’accordo porta con sé una cifra di circa 200 milioni di dollari, stipendio simile ad altre accordi firmati da Netflix con showrunner del calibro di Shonda Rhimes e Ryan Murphy.

Con Disney pronta a lanciare il suo servizio di streaming questo Novembre, Apple entrata in azione nella produzione di contenuti originali tramite Apple TV, HBO a un passo dal lanciare un nuovo servizio in partnership con Warner Media ed A&T (HBO Max) ed Amazon ormai ben avviato nel settore video, l’accordo con Benioff e Weiss è uno dei tanti che Netflix ha firmato nell’ultimo anno per attirare talenti di assoluto livello e competere in un mercato sempre più’ competitivo.

Tuttavia, gli analisti di Wall Street si chiedono se questo gioco valga davvero la pena. Firmando nomi come Guillermo del Toro (“Forma dell’acqua”), Ryan Murphy (“Glee”) e Shonda Rhimes (“Grey’s Anatomy”), Netflix ha letteralmente bruciato denaro negli ultimi anni. Solo l’anno scorso infatti il colosso di Los Gatos ha sborsato oltre 12 miliardi di dollari per acquistare, prendere in licenza e produrre contenuti; e quest’anno la cifra salirà a 15 miliardi oltre ai già previsti 2,9 miliardi per il marketing. E sebbene questi sforzi abbiano pagato a livelli di premi (solo nel 2019 Netflix ha vinto ben 4 oscar), dalla metà del 2014, Netflix ha registrato un flusso di cassa negativo in un trend evidente in cui la crescita delle spese e chiaramente più rapida di quella delle entrate. In altre parole, negli ultimi anni la società ha speso quasi il doppio di quanto ha guadagnato.

Ma ai dubbi di carattere economico non sono gli unici legati alla scelta di firmare Benioff e Weiss. Nonostante i due produttori siano stati i pastori di uno degli show di maggiore successo di sempre infatti, in molti ritengono che la qualità del loro lavoro sia scemata fortemente nel momento in cui e’ venuto meno il materiale scritto George R. R. Martin.

A detta di molti infatti, la coppia e’ davanti a un bivio. “[…] potrebbero essere i prossimi Spielberg o i prossimi Cimino”, ha detto dichiarato l’analista di Wedbush Michael Pachter, “devono ancora produrre qualcosa di loro […] e potrebbero valere il prezzo pagato come potrebbero non valero””.

Quello di Patcher è un richiamo ad un famoso caso di meteora cinematografica riguardante il premio oscar Michael Cimino al quale, due anni dopo aver vinto l’Oscar per “Il Cacciatore”, venne data carta bianca per scrivere e dirigere “I Cancelli del Cielo”. I film ebbe però un esito così fallimentare che la casa di produzione Transamerica fu costretta a chiudere battenti e vendere i suoi studios alla MGM.

Sebbene la probabilità che Benioff e Weiss si rivelino un fiasco di portata tale da far fallire Netflix sia bassa, rimangono comunque dei dubbi sulla portata del rischio a cui la compagnia si stia esponendo.

A questo si aggiunge peraltro il fatto che le tempistiche ed i costi legati alla produzione di questi shows non sembrano essere stati ancora fissati. In altre parole Netflix sta pagando centinaia di milioni di dollari ideare contenuti che ancora non sappiamo se, quando e a quali prezzi verranno prodotti. Considerando che nel 2017 Rhimes ha firmato un accordo con Netflix per $ 150 milioni e che degli otto progetti presentati, nessuno ha ancora ricevuto una data di produzione o rilascio, l’ambiente di Hollywood sta cominciando a interrogarsi su quale sia la strategia del colosso dello streaming di Los Gatos.

Oggi giorno infatti i grandi studios di Hollywood tendono, a meno di rare eccezioni, a stipulare accordi in cui attori, produttori e registi vengono pagati per un lavoro specifico. Netflix sembra invece aver rivoltato questo modello ritornando ad una politica più consona alla prima metà del ‘900 i cui le case di produzione di Hollywood firmavano contratti interamente basati sulle performance passata e sulle potenziali future di artisti e produttori.

C’è da dire però che la struttura di Netflix da un punto di vista operativo sia molto più simile a quella dei grandi studios degli anni ‘20 che a quelli di oggi. Netflix e’ infatti in controllo tanto della produzione quanto della distribuzione dei propri contenuti, un vantaggio che praticamente nessun altro può oggi vantare ad Hollywood oggi. Motivo per cui quella che adesso può sembrare una strategia rischiosa e azzardata, potrebbe nel lungo periodo rivelarsi completamente vincente.

Su questo spirito Paul Dergarabedian, analista di Comscore, ha invitato tutti a ricordarsi di quanti ritenessero eccessivi i 7 miliardi di dollari pagati dalla Disney nel 2007 per acquistare della Pixar e di come oggi quella stessa cifra ci sembri, in realtà, eccessivamente piccola.

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