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Home » Spettacoli

“Avevo paura di mio padre neonazista”: Kevin Spacey rivela perché non ha mai fatto coming out

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“Mio padre era un suprematista bianco e un neonazista”: nella sua deposizione al processo per molestie sessuali, Kevin Spacey spiega perché non aveva mai reso pubblica la sua omosessualità con un coming out. Alla sbarra per le accuse di un attore, Anthony Rapp, che gli imputa di averlo molestato nel 1986, quando aveva 14 anni, il due volte premio Oscar ha detto del suo genitore Thomas Fowler: “Non ho mai parlato pubblicamente di queste cose. Sono cresciuto in una famiglia dalle dinamiche particolari”.

La presunta vittima gli ha chiesto un risarcimento da 40 milioni di dollari e gli ha dato del bugiardo per non aver mai dichiarato pubblicamente di essere omosessuale: “Chiamare qualcuno un bugiardo è dire che qualcuno vive nella menzogna – ha detto l’attore – Non era questo il mio caso. Non vivevo una menzogna. Però ero riluttante di parlare della mia vita privata”. Non è la prima volta che il passato tormentato di Spacey emerge nel corso del processo, anche se si tratta del primo chiaro accostamento della figura negativa paterna sulla sua personalità: un uomo violento che ha cresciuto i figli in un clima fatto di terrore e abusi. “Io e i miei fratelli eravamo costretti ad ascoltare ore e ore di mio padre che ci insegnava le sue convinzioni”. Quando ha iniziato a fare teatro, il padre gli “gridava contro all’idea che potessi essere gay”.

Sul fronte processuale l’attore ha ottenuto una piccola vittoria quando Lewis Kaplan, il giudice di New York che si occupa del caso, ha respinto l’accusa mossa da Rapp di avergli causato stress emotivo al collega. Da quando le accuse hanno investito Kevin Spacey nel 2017, al culmine del movimento #MeToo contro gli abusi sessuali, il pluripremiato attore è scomparso dagli schermi e dai cinema. Netflix lo allontanò immediatamente dalla serie House of cards e la sua carriera è finita rapidamente su un binario morto.

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