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L’Amazzonia brucia: ecco perché la pioggia non spegne gli incendi nella foresta pluviale

Una vista aerea della parte bruciata dell'Amazzonia. Credit: Lula SAMPAIO / AFP

Per la maggior parte dell’anno gli incendi nella foresta Amazzonica sono rari a causa dell’umidità, ma da luglio a ottobre arriva la stagione secca (e con questa anche gli incendi appiccati da agricoltori e allevatori)

Di Anna Ditta
Pubblicato il 26 Ago. 2019 alle 11:36 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:05

Amazzonia pioggia non spegne gli ultimi incendi nella foresta pluviale

Nelle ultime settimane la foresta pluviale dell’Amazzonia è stata colpita da una serie di incendi che hanno provocato polemiche a livello internazionale e hanno spinto il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, a inviare l’esercito per tentare di domare gli incendi. Alcuni utenti, in rete e sui social, si stanno chiedendo perché, dal momento che gli incendi stanno colpendo una foresta pluviale, la pioggia non spegne gli incendi.

In effetti, come ha puntualizzato la NASA, “per la maggior parte dell’anno gli incendi nella foresta Amazzonica sono rari a causa dell’umidità”.

Alcuni studi hanno dimostrato addirittura come la foresta pluviale, poco prima dell’inizio della stagione delle piogge (tra dicembre e maggio), sia in grado di generare attraverso i suoi alberi tanta umidità da produrre da sola le precipitazioni.

In questo ecosistema quindi i livelli di umidità sono tali da rendere del tutto improbabile lo sviluppo di incendi spontanei.

Tuttavia, da luglio a ottobre in Amazzonia arriva la stagione secca e proprio durante questo periodo dell’anno, allevatori e coltivatori bruciano porzioni di foresta per fare spazio a nuovi pascoli o sottrarre alla foresta terreno per creare nuovi appezzamenti agricoli.

Anche se appiccare fuochi è illegale per l’alto rischio di incendi durante la stagione secca, gli allevatori e i coltivatori tagliano il legname, lo lasciano ad asciugare e poi lo bruciano, usando le ceneri per fertilizzare il suolo. In questo modo, quando ricominciano le piogge, dal terreno fertile nasce quindi l’erba utilizzata per nutrire il bestiame.

Attribuire però al clima secco la responsabilità per lo sviluppo di incendi in Amazzonia, che hanno raggiunto un record dal 2013, è inaccurato.

Alberto Setzer, ricercatore dell’INPE (Istituto Nacional de Pesquitas Espaciais) ha precisato infatti che il meteo c’entra solo in parte con l’aumento degli incendi.

“La piovosità nella regione amazzonica quest’anno è solo lievemente sotto la media”, ha dichiarato Setzer all’agenzia Reuters. “La stagione secca crea le condizioni favorevoli per l’uso e la diffusione del fuoco, ma appiccare un fuoco, in modo deliberato o accidentale, è un’azione dell’uomo”.

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