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    Vito Crimi gela Conte: “No all’alleanza M5S-Pd. Il voto su Rousseau riguardava solo 4 Comuni”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Ago. 2020 alle 08:19 Aggiornato il 20 Ago. 2020 alle 09:12

    Il capo politico del M5S Vito Crimi: “No all’alleanza con il Pd”

    “No all’alleanza con il Pd”: il capo politico del M5S Vito Crimi risponde a Conte e mette in discussione il voto degli iscritti su Rousseau, che avevano dato il via libera alle alleanze a livello locale, affermando che il quesito in realtà riguardava solamente 4 Comuni. Le dichiarazioni di Crimi (qui il suo profilo) arrivano l’indomani quelle del premier Conte, il quale aveva lanciato un appello a Pd e M5S affinché si presentassero uniti alle elezioni Regionali di settembre dichiarando: “In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione”. Intervistato dal Corriere della Sera, sulla questione Crimi dichiara: “Non si tratta di sprecare un’occasione, perché non c’è, altrimenti l’avremmo colta al volo. Noi abbiamo il massimo rispetto del territorio. Dove abbiamo fatto opposizione fino a ieri, è difficile immaginare un percorso insieme”.

    Il capo politico del M5S, dunque, conferma che in Puglia e nelle Marche la “questione è chiusa da tempo. Lì abbiamo fatto un’opposizione ferma e un’alleanza è infattibile” aggiungendo anche che, in caso di sconfitta “Sarebbe il Pd a perdere e in tal caso dovrebbe farsi una domanda su come hanno governato finora. Avrebbero dovuto darci retta prima”. Alla domanda sul perché le eventuali alleanze a livello locale siano state oggetto di un quesito su Rousseau, Crimi a sorpresa risponde: “Ho deciso il voto perché ho ricevuto richieste da quattro Comuni che hanno presentato un progetto” aggiungendo che con il Pd “Non c’è alleanza strutturale“.

    “Qualcuno poteva parlare di alleanza strutturale anche con la Lega. Ma non l’abbiamo fatta e non la facciamo oggi, perché siamo nati per combattere il sistema dei partiti e vorremmo aiutarli a migliorarsi” aggiunge Crimi, il quale dichiara di aver sentito Beppe Grillo “Parecchie volte. Beppe non ha mai nascosto le sue idee. Come Conte, auspicava una convergenza. Mi ha chiesto perché Puglia e Marche no, ma gli ho spiegato perché era impossibile e non ha insistito”. Il capo politico del M5S spiega anche il voto su Rousseau non è stato ad personam per la Raggi perché “ci sono altri Comuni nella stessa situazione, come Vimercate. Il mandato zero era stato contestato perché troppo complesso”. Sul no di Zingaretti ad un eventuale bis della sindaca di Roma, invece, Crimi dichiara: “Vedo troppi no secchi e poche motivazioni. Possiamo fare tutte le critiche che vogliamo, ma Roma non è peggio di prima, anzi è migliorata. Si comincia a vedere il frutto del lavoro di Virginia“.

    Crimi, inoltre, conferma che il voto sulla piattaforma Rousseau “lo decide il capo politico” e non Casaleggio del quale dice: “Davide è un pilastro, è come un fratello fondatore dei due padri fondatori“. Il capo politico del M5S, poi, conferma che dopo le Regionali abbandonerà l’incarico, ma che non si candiderà per il ruolo di capo: “Non ho mai aspirato a esserlo. È stato un semestre complesso, ma ho ricevuto molti attestati di stima”.

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