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    Salvini al citofono, il Parlamento tunisino si infuria: “Vergogna, chieda subito scusa”

    A nome del Parlamento tunisino, il deputato Sami Ben Abdelaali chiede a Matteo Salvini scuse ufficiali nei confronti della famiglia tunisina coinvolta nel "blitz"

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Gen. 2020 alle 12:31

    “Siamo sbalorditi, la Tunisia non merita un trattamento del genere”.

    L’incursione al citofono dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha avuto un’eco maggiore delle previsioni.

    A nome del Parlamento tunisino, il deputato Sami Ben Abdelaali chiede a Matteo Salvini scuse ufficiali nei confronti della famiglia tunisina coinvolta nel “blitz” al quartiere Pilastro di Bologna. Lo riporta il quotidiano Repubblica.

    Il deputato ed ex presidente di un istituto bancario siciliano, è residente a Palermo e sposato con una siciliana, eletto al Parlamento tunisino nelle liste dei tunisini all’estero.

    Accompagnato da una residente, Salvini è andato a citofonare in una palazzina dove la signora sostiene che viva una famiglia di spacciatori, tutti stranieri. “Buonasera, sono Salvini, è vero che qui spacciate?”.

    “In Tunisia quest’azione vergognosa di Salvini ha scatenato una grande protesta – spiega Sami Ben Abdelaali – unita a manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia tunisina e del minore citati per nome dall’ex ministro dell’Interno”.

    Il deputato parla a nome del Parlamento tunisino e riporta lo sgomento generale: “Siamo sbalorditi per l’attacco diffamatorio nei confronti di una famiglia di lavoratori, oltretutto sferrato da una persona che in Italia ha ricoperto incarichi di governo. Anche se un parente di questa famiglia ha avuto precedenti penali, questo non giustifica una tale campagna di odio. Chi sbaglia deve pagare, ma non possiamo tollerare il discredito sull’intera comunità tunisina che è sana e lavoratrice”, aggiunge Abdelaali.

    “Trattare così nostri immigrati è una vergogna – conclude – difendo la dignità e diritti dei nostri cittadini. Se ci fosse stato un problema si poteva segnalare alle autorità competenti, senza alcun bisogno di messinscene a favore di telecamere. Salvini capisca che queste azioni per ottenere qualche voto in più non sono più di moda, i rapporti internazionali fra Italia e Tunisia vanno bel al di sopra dei suoi incitamenti discriminatori”.

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