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    Renzi: “Draghi vera rivoluzione, Letta meglio di Zingaretti. Italia viva decisiva nel 2023”

    Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Credit: ANSA
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 26 Mar. 2021 alle 10:42

    “Il Governo Draghi? Una scelta giustissima, non giusta. Draghi significa recupero di autorevolezza in Europa, garanzia sui fondi del Recovery, un cambio della guardia su vaccini e covid tra Arcuri e il generale Figliuolo, un approccio strategico su temi della transizione ecologica e digitale. Non è un cambio di premier, è una rivoluzione. Gli effetti si vedranno sul lungo periodo, non nell’immediato”, a parlare è il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un’intervista al Messaggero.

    Matteo Renzi osserva le ultime novità della politica italiana e commenta. Il Pd? “Meglio Enrico”. Quindi meglio Letta di Zingaretti, perché “Zingaretti aveva consegnato a Conte la leadership del centrosinistra, Letta invece rivendica un profilo riformista”. Ma la cartina di tornasole sarà il candidato a Roma, perché “il voto romano è il più importante delle prossime elezioni. Mi auguro che il Pd non si farà risucchiare da un accordo con la Raggi”. Con Letta “non è fissato alcun incontro. Non ho alcun problema personale a incontrarlo, ci farà sapere lui”.

    Renzi rivendica anche il ruolo di Italia Viva e dice: “siamo stati decisivi in tutti i passaggi di questa legislatura”… “Dicono che abbiamo il 2% ma non si rendono conto che l’importante non sono i sondaggi, ma la capacità di fare politica”. La scommessa dell’ex premier è quella di essere “decisivi anche nel 2023, per la prossima legislatura”, dopo due anni che saranno impiegati per avvicinare i giovani e alimentare il dibattito sulle idee.

    Il capitolo scottante resta quello dell’Arabia Saudita e del viaggio criticato da molti che il mese scorso il senatore ha fatto nel Paese di Mohammed bin Salman: “Ho condannato l’omicidio Khashoggi già nel 2018, quando non ne parlava nessuno. Ma adesso attaccarmi sull’Arabia è diventata la magra consolazione di chi in Italia ci considerava morti e sepolti e si è dovuto arrendere davanti all’operazione Draghi. Per mesi ci hanno considerato superflui. Quando si sono accorti che non era così e anzi eravamo stati decisivi hanno spostato l’attacco sulla questione Saudita. Non mi tiro indietro e rispondo punto per punto. L’Arabia Saudita è un paese chiave nella lotta all’estremismo islamico. Certo, non è una democrazia occidentale, anzi. E dunque vanno incoraggiati tutti gli sforzi nella direzione delle riforme. A cominciare dai diritti delle donne: fino a cinque anni fa in Arabia Saudita non potevano nemmeno guidare, oggi le ragazze sono presenti in molti ruoli di responsabilità”.

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