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    Il Recovery di Draghi dimentica Roma: spariti i 10 miliardi promessi da Conte per metro e ferrovie (rimangono 500 milioni)

    Per la Capitale solo mezzo miliardo, il Campidoglio ne aveva chiesti almeno nove per la mobilità

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 27 Apr. 2021 alle 13:25 Aggiornato il 27 Apr. 2021 alle 13:32

    Dei 10 miliardi promessi a Roma dal governo Conte bis con il Recovery Plan rimangono solo 500 milioni: è questa la cifra predisposta per la Capitale dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentato tra ieri e oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi in Parlamento.

    Il Campidoglio sperava in maggiori investimenti per finanziare metropolitane e ferrovie della Capitale. A fronte di progetti presentati per 25 miliardi, la Capitale aveva chiesto 12 miliardi per la mobilità, poi scesi a 9, come spiega RomaToday. Le opere previste riguardavano in particolare la linea metro C fino alla Cassia, la linea D e diverse linee tranviarie, fondamentali per rilanciare il trasporto romano.

    “Il Pnrr rivede un’iniziativa specifica “Caput Mundi” da 500 milioni di euro per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma”, ha detto il presidente del Consiglio nella sua replica in Aula alla Camera, “Permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici. Nel complesso”, ha aggiunto Draghi, “intendiamo avviare un progetto che muovendo dalla Capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici”.

    Recovery Plan dimentica la Capitale: le critiche del centrodestra

    A esprimere una posizione critica verso la scelta del governo è stata l’opposizione di Fratelli d’Italia. “Degli oltre 200 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il presidente del Consiglio Draghi, che è anche romano, ha destinato alla Capitale d’Italia 500 milioni di euro. Comprensivi incredibilmente anche dei fondi straordinari per il Grande Giubileo del 2025″, ha sottolineato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI) in un video postato su Facebook.

    “Il tutto”, ha aggiunto Rampelli, “sotto un titolo altisonante che forse ha lo scopo di riparare il danno: «Caput Mundi». Il Governo, insieme a tutte quelle forze politiche che a parole dicono di voler strappare Roma al suo declino, riserva alla ‘città universale’ 500 milioni, cifra pari a una sola rata su trenta che ogni anno la Capitale paga per rientrare del debito maturato prima che fosse operativo il Patto di stabilità varato da Bruxelles. Per questo i romani pagano l’Irpef più alta. Raggi dovrebbe andare a Palazzo Chigi e dire: Roma non ha bisogno di carità, l’Italia chiede una capitale locomotiva, che rimetta in cammino i suoi asset economici e faccia la sua parte per far crescere il Pil nazionale”.

    Dalla maggioranza, invece, si solleva la voce critica del senatore di Forza Italia Francesco Giro: “Dei 10 miliardi di euro (circa) previsti per Roma Capitale (e Giubilare) dal governo Conte bis sono rimasti i 500 milioni (e spiccioli) del pacchetto cosiddetto ‘Caput Mundi’, gli unici salvati dal governo Draghi. Tutto il resto pare sia stato cancellato o comunque rinviato alle linee di finanziamento tradizionali della manovra di bilancio. Ma il Recovery Plan era senz’altro più congeniale per rilanciare la Capitale proprio per la sua impostazione fortemente innovativa, tesa alla transizione ecologica, alla rigenerazione urbana e all’efficientamento energetico. E invece nulla è più previsto per ammodernare il ciclo dei rifiuti che da problema potevano finalmente diventare, all’interno dell’ottica del Recovery, una grande risorsa per la vita dei cittadini romani e una bella opportunità di sviluppo economico e di nuovi posti di lavoro”.

    “Con i fondi del Recovery”, ha aggiunto il senatore azzurro, “si potevano costruire almeno due nuovi impianti Tmb per trattare l’immondizia indifferenziata. Per non parlare poi dei fondi, anch’essi azzerati, per la metro C e D e per l’Alta Velocità Roma-Fiumicino. Ma la ciliegina sulla torta, anzi la beffa finale, è aver infilato la realizzazione della funivia Casalotti-Battistini che da sola ci costerà 212 milioni. Se Conte non ebbe il coraggio di finanziarla con i soldi europei invece Draghi lo ha fatto cancellando tutto il resto e lasciando appunto i 500 milioni del Caput Mundi per ripulire parchi, ville storiche e itinerari religiosi. Un po’ pochino direi!”.

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