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    Il nuovo M5s in Europa guarda al gruppo dei Socialisti e Democratici (di Laura Ferrara)

    Parlamento Ue. EPA/OLIVIER HOSLET. A destra Laura Ferrara (M5S)

    La lettera al direttore di TPI di Laura Ferrara, europarlamentare M5s, sul futuro del Movimento in Europa

    Di Laura Ferrara
    Pubblicato il 1 Mar. 2021 alle 12:05 Aggiornato il 1 Mar. 2021 alle 12:36

    Gentile Direttore, la nascita del governo Draghi ha cambiato i paradigmi politici sui quali era nata questa legislatura. Il Movimento 5 Stelle, non senza affrontare evidenti difficoltà interne, ha deciso di farne parte, optando per una scelta di campo sostanzialmente pragmatica e di responsabilità.

    Nei precedenti governi il Movimento ha raggiunto diversi obiettivi politici, figli del nostro vincente programma delle elezioni del 2018: reddito di cittadinanza, legge anticorruzione e riforma prescrizione, Superbonus, no alle trivelle, argine al precariato con il decreto dignità. Difendere questi risultati evitando che l’onda lunga della restaurazione si risucchi tutte le conquiste sociali e politiche ottenute nei primi tre anni di legislatura è per noi imperativo. Ma siamo consapevoli che ciò non basta.

    La crisi economica e sanitaria dovuta alla pandemia ha messo a dura prova la capacità di resilienza delle nostre imprese, del nostro sistema sanitario, del comparto dei trasporti e del turismo, delle libere professioni. Mai come in questo contesto, dunque, non è sano anteporre gli interessi di partito al senso di responsabilità che la politica è chiamata a dimostrare, progettando un futuro in cui si possano superare le difficoltà strutturali che hanno frenato la crescita economica del nostro Paese e in cui si possano attuare quelle riforme attese da decenni. Con coraggio e visione dobbiamo fin da subito iniziare a costruire un campo nuovo in grado di estendere i diritti civili e sociali dei cittadini, difendere legalità e ambiente e ricostruire dalle macerie del Covid con più equità.

    L’esperienza del governo Conte 2 ci ha insegnato a superare i pregiudizi politici, lavorando a testa bassa proprio con quel senso del dovere e con quell’amore per l’Italia richiamati dal Presidente Draghi nel suo discorso al Senato. Ed è da questa esperienza di cooperazione leale e proficua con Pd e Leu che auspichiamo possa nascere un campo nuovo, che metta in cima alla sua agenda tre grandi priorità: il futuro dell’ambiente con una rivoluzione energetica, il futuro dei nostri ragazzi con investimenti importanti nella scuola e nelle università, il futuro del lavoro con una tutela concreta delle nostre imprese e dei diritti dei lavoratori.

    Dall’Europa può partire una nuova progettualità, che rimetta al centro delle politiche comunitarie e nazionali i diritti fondamentali e sociali dei cittadini, la tutela dell’ambiente, la tutela del lavoro, delle nostre imprese, ma ciò sarà possibile solo se si deciderà di contrastare, uniti come nel governo Conte 2, la propaganda nazionalista delle destre che soffia sul fuoco delle difficoltà dei cittadini, alimentando le loro paure e la loro rabbia.

    Sulle forme di questa collaborazione decideremo insieme agli europarlamentari del Pd ma è innegabile che, insieme, all’interno del gruppo dei Socialisti e Democratici, potremo incidere sui dossier europei in modo più efficace per gli italiani. I prossimi mesi saranno cruciali per le prossime generazioni. Andranno riscritte le regole europee del Patto di Stabilità e crescita, che ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia, dovremo completare la transizione ambientale per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050, dovremo competere con i giganti Usa e Cina nel comparto tecnologico e digitale che ci vede partire dalle retrovie. L’Europa deve guardare a queste sfide ricordandosi che oggi è considerata nel mondo come il faro dei diritti civili, sociali, ambientali, digitali ed economici. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma solo insieme potremo farcela.

    Grazie per lo spazio che mi ha concesso.

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