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    La ‘terra vista dallo spazio’: la nuova tessera del Pd rivela la natura dei Dem e la loro distanza dal popolo (di G. Gambino)

    La nuova tessera del Pd.

    L’immagine che campeggia sulla nuova tessera dei dem - la superficie terrestre vista dallo spazio - non esprime tutto il contrario di quello che il Pd dovrebbe rappresentare? L’adozione di una simile scelta è spiegabile solo in un modo: il Pd guarda davvero il mondo dallo spazio, da una prospettiva lontanissima e distante anni luce dalla realtà delle cose, dall’alto in basso, appunto

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 17 Nov. 2019 alle 17:44 Aggiornato il 17 Nov. 2019 alle 18:28

    No, la nuova tessera del Pd che guarda il mondo dall’alto in basso no! (di G. Gambino)

    Nuova tessera PD – Non c’è da sorprendersi se il Pd è fermo tra il 18 e il 20 per cento in modo stazionario da ormai diversi anni a questa parte: il partito di riferimento del centrosinistra italiano, del “centro-centro-sinistra”, è oggi quanto di più lontano ci sia dal popolo (qui gli ultimi sondaggi politici elettorali).

    Un distacco che si traduce in un consenso elettorale sempre più in calo nei piccoli centri, come emerso in un recente sondaggio che indica la presenza di due chiare e distinte Italie elettorali.

    Laddove c’è ricchezza e prosperità, lì dove i disagi sociali sono respinti ai margini delle mura cittadine, confinati cioè alle periferie, il Pd tiene (anche se male). Altrove, nei luoghi dove la politica non va in pellegrinaggio, è uno stillicidio e il Pd resiste a mala pena.

    Il radicamento sul territorio dei dem è stato messo in profonda crisi dal più efficace lavoro svolto dalla Lega, che ha macchiato prepotentemente di Verde buona parte della mappa italiana, sia alle europee di sei mesi fa sia alle regionali e più in generale in quasi tutte le tornate elettorali local. È l’Italia del Capitano.

    Meno è presente, più il Pd è percepito come partito di riferimento; laddove invece non è presente, non viene proprio percepito oppure viene considerato partito delle élite. Colpa ne hanno senz’altro i dirigenti, che da anni non riescono a trovare una linea di comunicazione che sia una e univoca, da alternare con chiarezza alla sfrontatezza di Salvini.

    Di recente ho letto della ventilata ipotesi, su cui “dovremmo riflettere”, secondo cui a questo punto la possibile, vera contro-narrativa dei giallo-rossi alla linea di Matteo Salvini sia quella del ”non ho soluzioni, ma dico la verità, con umiltà”.

    Nell’augurarci che sia solo ironia, poiché diversamente da considerare follia, bisogna cominciare con il dirsi che il Pd oggi è drammaticamente il partito dei ricchi, di chi sta bene, di chi pensa al 5G, alla domotica, alla innovazione tecnologica fine a se stessa.

    Tutte cose fondamentali, certo, ma forse meno di problemi quali l’occupazione (i dati di oggi circa i neolaureati spaventano), le disuguaglianze con un deprimente divario nord-sud (5 milioni di italiani in povertà assoluta), la scuola e l’istruzione, tra le altre.

    È invece un’idea dell’altro e dell’altrove quella che sembra prevalere nel Pd, con tante belle parole e nulla di fatto. Su questo aspetto va dato merito, perlomeno, a Matteo Orfini che in questi giorni è tornato a ripetere tra le fila dei dem che è necessario ricostruire un’anima, fare proprie alcune battaglie identitarie e culturali, come l’adozione dello ius soli, dello ius culturae e la cancellazione del decreto sicurezza.

    Stare vicino agli ultimi, insieme. Vedi, se vuoi, anche alla voce “lavoratori e operai dell’Ilva”. [Qui il nostro speciale TPI sulla razzia degli indiani dell’Ilva di Taranto]. Leggi Telese sulla vera storia del suicidio dell’Ilva: così ArcelorMittal ha spolpato Taranto.

    Con l’alleanza Pd-M5S, chi oggi più ha da perdere sono i grillini, che hanno “svenduto” la propria verginità e abbandonato alcune loro storiche battaglie, oggi defunte e sepolte, diventando loro stessi il sistema. Il Pd può solo guadagnare. Leggi Gambino sulla notte in cui è morto il M5S

    E allora, sarà pure una cretinata, ma l’immagine che campeggia sulla nuova tessera dei dem – la superficie terrestre vista dallo spazio – non esprime tutto il contrario di quello che il Pd dovrebbe rappresentare?

    L’adozione di una simile scelta è spiegabile solo in un modo: il Pd guarda davvero il mondo dallo spazio, da una prospettiva lontanissima e distante anni luce dalla realtà delle cose, dall’alto in basso, appunto.

    La scritta “Oggi per un domani” completa il quadro grafico della nuova tessera elettorale dem, presentata in occasione dell’assemblea in corso a Bologna.

    Le cose sono due: o i dirigenti e gli iscritti del Pd sono d’un tratto tutti diventati astronomi come Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, oppure il grafico che ha realizzato la tessera ha sbagliato indirizzo e avrebbe voluto in realtà indirizzarla a un altro, neonato, partito dai colori viola e pop.

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