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    Migranti, il governo vuole applicare il “modello libico” alla Tunisia. Malumori nel PD

    Arrivo di tre diverse imbarcazioni nel porto di Lampedusa con dei migranti provenienti dal nord Africa, diverse le donne e bambini a bordo, Lampedusa, 3 agosto 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

    Palazzo Chigi sceglie un approccio securitario per la gestione dei flussi in partenza dalle coste tunisine, ma l'esecutivo è tutt'altro che compatto sulla strategia adottata

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Ago. 2020 alle 09:54

    Il blocco degli sbarchi attraverso il training delle autorità di costiera e la fornitura di mezzi radar di controllo delle coste, con l’ipotesi di un controllo congiunto dei confini marittimi. Le scelte che il governo ha messo in campo per fermare il flusso di migranti che continuano ad arrivare in questi giorni dalla Tunisia somigliano sempre di più al “modello libico“, che – lungi dall’essere un sistema impeccabile – rimane un nodo nella maggioranza di governo.

    È infatti un approccio ancora una volta securitario quello scelto da Palazzo Chigi, con il premier Giuseppe Conte che ieri ha ribadito l’intenzione di intensificare i rimpatri degli irregolari arrivati dalla Tunisia. “Dobbiamo essere duri e inflessibili”, ha detto il presidente del Consiglio. L’accordo di massima raggiunto dal governo italiano con le autorità tunisine prevede due voli settimanali in grado di far rientrare a Tunisi 80 irregolari a settimana, dunque 320 persone al mese. Ma bisognerà vedere quanto queste operazioni – che a volte riguardano persone già rimpatriate – riescano a frenare il flusso migratorio da un paese che sta affrontando una crisi economica e occupazionale aggravata dalla pandemia di Covid-19.

    A differenza della Libia, tuttavia, la Tunisia non è alle prese con una guerra civile e questo permette di contare su un interlocutore affidabile. La collaborazione fra i due Paesi sul tema migratorio è già avviata e le istituzioni tunisine sembrano voler cooperare con l’Italia, come dimostra il recente viaggio della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese a Tunisi.

    Nella sua recente visita a due centri della Guardia costiera a Sfax e Mahdia – i due principali punti di partenza  dei barconi verso l’Italia – il presidente tunisino Kais Saied ha dichiarato che la questione migratoria è “essenzialmente tunisina” poiché le autorità “non sono riuscite a risolvere i problemi economici e di sviluppo dei tunisini”.

    Ieri il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha avuto  un colloquio telefonico con l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, Josep Borrell Fontelles, col quale ha discusso anche dell’aumento dei flussi migratori irregolari provenienti dalla Tunisia registrato negli ultimi giorni. Di Maio ha ribadito le attese italiane per un impegno Ue sia sul fronte della redistribuzione che dei rimpatri e l’Alto rappresentante ha assicurato il suo personale interessamento affinché la questione sia affrontata con la dovuta attenzione sul fronte europeo.

    A livello politico e interno, in ogni caso, il governo è tutt’altro che compatto sulla strategia adottata. Il Pd accusa Conte di essere intervenuto in ritardo rispetto all’emergenza. “Siamo arrivati a questo punto perché per l’ennesima volta Conte ha deciso di rinviare”, è lo sfogo che il segretario dem Nicola Zingaretti ha rivolto ai suoi secondo quanto riporta il Corriere. “La non gestione di questo tema ha ridato fiato a Salvini e ora lo stiamo rincorrendo”. Insomma, l’accusa è quella di non aver messo in piedi – in un anno di governo – una politica per l’immigrazione. “Non può essere solo una questione di repressione e sicurezza”, è la preoccupazione del presidente della regione Lazio. “Bisogna avere un’idea di politica economica e di politica estera”: un’idea che per il momento ancora non c’è.

    “Il Pd ha una linea molto chiara. Non ha bisogno di prendere lezioni da altri, nemmeno sul rispetto rigoroso delle regole”, ha detto il viceministro dem dell’Interno Matteo Mauri in un’intervista a Repubblica. “Noi siamo per mettere in campo una nuova politica dell’immigrazione. Togliendo di mezzo propaganda e isterie utili solo a chi prova a strumentalizzare il fenomeno”. Il viceministro ricorda che “al tavolo di maggioranza, che ha condiviso cambiamenti profondi alle norme sull’immigrazione, c’è stata una grandissima sintonia tra tutti, a partire di 5s. Non vedo perciò motivi per cui dovrebbero cambiare idea”.

    Leggi anche: 1. Migranti, Di Maio e Lamorgese litigano sulla Tunisia. Ma il governo va verso una svolta securitaria /2. Conte, pugno duro sui migranti: “Non tollereremo ingressi irregolari, saremo duri e inflessibili” /3. Altro che esodo di massa di migranti, la Tunisia non è come l’Albania del 1991

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