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Home » Politica

Governo, incognita M5s. Draghi ne ha “le tasche piene”. Cosa può accadere giovedì

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Crescono le tensioni all’interno della maggioranza e il pericolo di una crisi e di un imminente voto nella prossima stagione si fa sempre più reale. Il premier Mario Draghi però ne ha “piene le tasche”, lo avrebbe detto al vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, durante una discussione sul dl Concorrenza. A rivelarlo è il Corriere della Sera. Il retroscena ha anche raccontato che quando il numero il due di Fi lo ha avvertito che Silvio Berlusconi non sarebbe rimasto a guardare, il premier avrebbe risposto: “Non lo consentirò. Non permetterò che questa situazione si trascini a lungo. E se non si comporrà, sarò io a salire al Quirinale”. Forza Italia e Lega vorrebbero il Movimento 5 Stelle fuori dal governo, ma Mario Draghi potrebbe non continuare senza i grillini. Non vede, infatti, un governo senza di loro.

S&D

Intanto giovedì dovrebbe essere il giorno delle (prime) risposte. In caso di un voto contrario del M5s al dl Aiuti o di un’uscita dall’Aula, il presidente del consiglio potrebbe tornare al Colle e non per fare un punto sulla situazione internazionale, per parlare d’Africa o di politica, ma per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non per una questione di numeri, che comunque avrebbe, ma per una spaccatura difficile da riparare. A quel punto il presidente manderebbe Draghi alle camere per chiedere la fiducia.

Ma l’atteggiamento dei 5 stelle – che comunque hanno votato la fiducia la settima scorsa – potrebbe essere soltanto provocatorio. Non dovrebbe esserci uno strappo definitivo. Nel frattempo, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, fa da mediatore con i grillini e parla con il presidente dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, per provare a ricucire lo strappo. Come riportato su Repubblica, il leader del Pd, in una chiave ottimista, avrebbe detto ai suoi:”Nonostante le difficoltà sono fiducioso, il filo non si spezzerà e il governo non cadrà”.

Tra gli scenari che si prospettano, viene escluso sia dal Pd sia da Fi un Draghi bis con un rimpasto. È più probabile, infatti, che Mattarella possa sciogliere le camere dando il via a un voto anticipato o che possa affidare l’esecutivo a un altro nome fino alla fine della legislatura. Nelle prossime 48 ore può succedere di tutto, anche che tutto torni – più o meno – come prima e che ci sia una pace. Intanto, oggi 12 luglio, Draghi incontrerà i sindacati e affronterà alcuni dei temi presentati dal M5s come il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale.

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