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    Ricchi-poveri, Nord-sud, Città-provincia: le enormi differenze nel voto degli italiani

    Credit: Afp

    I risultati elettorali sono ormai noti. Ma analizzando il voto regione per regione si evidenziano alcuni aspetti interessanti che mostrano un'Italia spaccata

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 7 Mar. 2018 alle 19:23 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:29

    Gli elettori si sono espressi. Il 4 marzo i cittadini italiani sono stati chiamati a rinnovare il Parlamento. I risultati usciti dalle urne hanno premiato il Movimento 5 stelle, partito più votato in particolare nel Sud Italia, e la coalizione di centro-destra, coalizione che avrà più seggi alla Camera e al Senato, con Lega primo partito.

    L’affluenza si è attestata intorno al 72,9 per cento. Si tratta di una percentuale più bassa rispetto al 2013, ma è difficile fare confronti con il passato, dal momento che nelle scorse tornate elettorali le urne erano aperte sia la domenica che il lunedì.

    I cittadini italiani aventi diritto di voto sono 46.605.046 ma quelli che hanno esercitato il loro diritto-dovere sono stati 33.978.719. Circa 12 milioni di elettori non si sono recati alle urne.

    L’Italia uscita dalle urne alle elezioni del 4 marzo è un’Italia diversa, politicamente parlando, da quella a cui eravamo abituati. Basta guardare le mappe con i risultati elettorali per rendersi conto che si tratta di un paese nuovo, lontano dal bipolarismo che ha caratterizzato la cosiddetta seconda repubblica.

    Già le elezioni 2013 avevano sancito l’entrata di un terzo polo, il Movimento Cinque Stelle, ma a questa tornata gli equilibri tradizionali sono stati completamente stravolti. I partiti tradizionali sono crollati e quelli anti-sistema, che hanno intercettato il malcontento e il voto di protesta, avanzano inesorabili.

    Ma come hanno votato gli italiani?

    Analizziamo i dati in base ad alcune coppie di parametri:

    Italia – Estero

    Il Pd è riuscito a conquistare più seggi degli altri partiti solo all’estero, dove dei 12 seggi in palio alla Camera, 5 vanno al Pd, 3 al centrodestra e uno rispettivamente a M5s, Maie, Usei e +Europa. Al Senato invece, i 6 seggi sono stati divisi tra il Pd e il centrodestra che ne conquistano rispettivamente 2.

    Nessun seggio al Movimento Cinque Stelle mentre ne prendono uno ciascuno Maie e Usei.

    Com’è noto, in Italia i rapporti di forza tra i partiti sono stati diversi. Il Movimento Cinque Stelle è il partito più votato con il 32 per cento dei voti, mentre la coalizione di centro destra è stata quella che ha ottenuto più consensi, con Lega primo partito, al suo massimo storico, con il 17 per cento dei voti. Il Pd si è fermato ad appena il 18 per cento.

    Nord – Sud

    La mappa dell’Italia è divisa a metà: il sud dominato dal M5s, il nord dalla Lega. Sia alla Camera che al Senato 2 circoscrizioni (che corrispondono orientativamente alle regioni) vanno al centro-sinistra e precisamente Toscana e Trentino Alto-Adige.

    Le altre circoscrizioni sono divise tra Lega, che ne ottiene 15 (tutto il nord Italia fino al Lazio) e il Movimento Cinque Stelle, che ottiene 11 circoscrizioni (dalla Marche alla Sicilia, compresa la Sardegna).

    Le mappe:


    Ricchi – Poveri

    Se prendiamo in considerazione l’indicatore del Pil pro capite, secondo gli ultimi dati Istat, abbiamo i seguenti dati: 34,2mila euro nel Nord-ovest, a 33,3mila euro nel Nord-est e a 29,9mila euro nel Centro.

    Nel Mezzogiorno è il livello del Pil pro capite è di 18,2mila euro, inferiore del 44,2 per cento rispetto a quello del Centro-Nord.

    Nel 2016 il Pil in volume, a fronte di una crescita a livello nazionale dello 0,9% rispetto all’anno precedente, ha registrato un incremento dell’1,3% nel Nord-est, dello 0,9% nel Nord-ovest e dello 0,8% sia al Centro che nel Mezzogiorno.

    Tra il 2011 e il 2016 le aree che hanno registrato i più evidenti cali del Pil sono il Centro (-0,8%) e il Mezzogiorno (-0,6%). La flessione è stata più contenuta nel Nord-ovest (-0,5%) mentre per il
    Nord-est si registra una sostanziale stabilità (-0,1%).

    Alla luce di questi dati, notiamo come è facile sovrapporre la mappa del divario economico tra Nord e Sud con quella del voto. Le regioni del Nord hanno votato Lega, le regioni del Sud hanno votato Cinque Stelle.

    Il grafico mostra l’andamento dei due valori, regione per regione: minore è la distanza tra la linea gialla e la linea verde e maggiore è il successo del Movimento Cinque Stelle in quella regione:

    Città – Provincia

    Il divario è forte anche tra i risultati elettorali nelle grandi città e nelle province.

    Abbiamo preso in considerazione 4 città: Milano, Roma, Torino e Bologna. In tutti e quattro i casi, nonostante due di queste città siano governate dal Movimento Cinque Stelle (Roma con Virginia Raggi e Torino con Chiara Appendino), il dato del centro città è in contrapposizione con il dato della provincia e della regione di cui fanno parte.

    Nelle 4 città prese in considerazione il partito più votato risulta essere il Partito democratico. E nel dettaglio: a Milano il Pd alla Camera ha ottenuto circa il 26 per cento, seguito da M5s 18 per cento e Lega al 17 per cento.

    A Torino il Pd ottiene 28, 75 per cento, il M5s il 16 per cento, e la lega il 13. A Roma centro il Pd ha avuto il 28 per cento dei consensi, il Movimento 5 stelle il 17 e la lega il 9.

    Stesso andazzo a Bologna, dove il Pd ha ottenuto il 28 per cento dei consensi, il M5s il 21 e il 13 per cento alla Lega.

    Ben diversi i dati delle regioni: in Lombardia vince la coalizione di centro-destra con il 41 per cento dei voti, nel Lazio il primo partito è il Movimento 5 Stelle con il 32 per cento dei voti (e la coalizione di centro destra è in testa con il 33 per cento), in Piemonte M5s è al 28 per cento e la coalizione di centro destra ha il 35 per cento dei voti e infine l’Emilia Romagna dove M5s ha ottenuto il 27 per cento dei voti e la coalizione di centro-destra il 33 per cento.

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