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    L’Eurogruppo segue l’indicazione di Draghi: aiuti solo alle imprese redditizie

    Paolo Gentiloni Credits: ANSA
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 16 Feb. 2021 alle 11:21 Aggiornato il 16 Feb. 2021 alle 11:26

    Aiutare le aziende che mettono in circolo più utile e che hanno un futuro e assicurare un’ordinata uscita dal mercato a quelle che non sono riconvertibili. Questa è l’agenda che il nuovo premier Mario Draghi aveva teorizzato già a dicembre, per il gruppo di economisti del G30. Adesso l’Ue si adatta a quell’agenda e, a partire da giugno 2021, è pronta a far recepire queste indicazioni agli Stati membri.

    Per il neo ministro del Tesoro italiano Daniele Franco questi sono i primi giorni in cui deve rapportarsi con il commissario all’Economia Paolo Gentiloni e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ed entrambi insistono sul cambio di passo.

    Donohoe in conferenza stampa ha mostrato un appoggio senza precedenti al nuovo ministro: “Franco ha dato molti importanti contributi alla riunione, a marzo gli chiederemo di presentare le sue priorità da ministro. Non oggi, perché ha appena iniziato, gli diamo del tempo. Ma il ministro è consapevole delle sfide per l’Italia e per l’Ue”.

    L’Eurogruppo, senza mai citarlo davvero, adotta l’agenda di Draghi sulla necessità di “distinguere tra imprese redditizie e imprese che non lo sono” per la distribuzione dei sussidi. 

    Cosa cambia dunque? Dopo un anno di aiuti senza distinzioni, con la massima libertà lasciata agli Stati membri sull’utilizzazione dello strumento Sure di sostegno alla disoccupazione, ora l’Ue annuncia nuove linee guida che serviranno a rimettere in sesto l’economia su un orizzonte temporale che dalla seconda metà del 2021 si allunga sul 2022, garantendo anche le banche dai rischi di insolvenza (che aumentano sempre con le crisi economiche).

    “Per evitare un forte aumento delle insolvenze – sostiene Gentiloni – sarà fondamentale gestire con molta attenzione il ritiro delle misure di sostegno pubblico si tratta di passare gradualmente da un approccio globale ad azioni di sostegno più mirate che distinguano tra imprese non vitali e vitali che necessitano di sostegno”. Il cambio di passo per la ricostruzione post-Covid è già iniziato.

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