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    Diritto di voto a 16 anni? C’è chi lo chiedeva già 20 anni fa. Ecco i precedenti

    L'Aula della Camera

    Diritto di voto a 16 anni? C'è chi lo chiedeva già 20 anni fa. Ecco i precedenti

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 30 Set. 2019 alle 22:37 Aggiornato il 30 Set. 2019 alle 22:51

    Voto a 16 anni, proposta di oltre 20 anni fa

    Quando la politica approva soluzioni che non fanno parte di una sua agenda piuttosto statica e prevedibile, ci ricorda che le sue proposte impiegano talvolta decenni prima di essere seriamente prese in considerazione.

    È il caso del voto a 16 anni, un’idea rilanciata oggi in un’intervista dall’ex premier Enrico Letta e fatta propria in poche ore sia dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che dai principali partiti, sia di maggioranza che di opposizione: dal Pd, dal M5S, dalla Lega. La proposta mette d’accordo tutti ora, nel 2019, ma qualcuno, a sinistra, aveva segnalato la necessità di abbassare l’età del diritto al voto già più di vent’anni fa.

    Nel 1997 in una proposta di legge firmata dai deputati Furio Colombo, Fabio Mussi, Pietro Folena, Giuliano Pisapia, Piero Ruzzante e Giovanni Di Stasi si chiedeva di fissare a 16 anni la maggiore età anche per consentire la partecipazione a pieno titolo dei ragazzi alla vita democratica. Lo “scopo” indicato era quello di “evitare sacche di esclusione e di indifferenza legalizzata dei più giovani rispetto al processo politico”. E una ragione più profonda – si leggeva nel testo che accompagnava gli articoli – “che sempre più materie e questioni che riguardano le generazioni più giovani sono discusse e decise da generazioni marcatamente più anziane, con un evidente rischio sulla qualità di quelle decisioni”.

    Voto ai sedicenni: ecco i Paesi nei quali è già consentito

    I parlamentari dei Democratici di Sinistra (Pisapia di Rifondazione Comunista) facevano sapere: “Il senso della  proposta è di includere una più ampia massa di persone giovani nella vita e nell’attività di istituzioni a cui molti, evidentemente, si sentono estranei”. “Anticipare l’età del diritto al voto a sedici anni – spiegavano – vuol dire anche prendere atto che l’evoluzione rapida della tecnologia, delle comunicazioni e dell’organizzazione sociale consente ai giovani presenza e partecipazione che prima erano impossibili”. L’approvazione “consentirà ai cittadini più giovani, di fatto già socialmente attivi, di partecipare da elettori a scelte che li toccano personalmente e che li riguardano direttamente, come, ad esempio, quelle concernenti la scuola, il lavoro e, più in generale, i diritti e i doveri sociali”.

    Voto a 16 anni, oltre un milione di elettori in più

    L’auspicata approvazione sembra essersi avvicinata solo a 22 anni di distanza nonostante quelle sacche di esclusione dei giovani citate nella pdl siano rimaste intatte, e nonostante la citata evoluzione della tecnologia e delle comunicazioni sia stata sempre più rapida e abbia vissuto cambiamenti epocali.

    Negli anni 2000 sono arrivate nuove iniziative. La stessa proposta di legge è stata presentata da Pisapia anche nella successiva legislatura, precisamente nel 2002. Nel 2007, con la nascita del Pd, propose di aprire al voto dei sedicenni anche il segretario Dem Walter Veltroni. L’idea fu in seguito fatta propria da un gruppo di parlamentari del Partito Democratico qualche anno più tardi, nella seguente legislatura. Va segnalato ad esempio che nel 2013 arrivò un disegno di legge a firma del Dem Antonio Decaro, ma per l’estensione del diritto di elettorato ai 16enne per le elezioni dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali.

    Nel 2015 è stato il turno della Lega Nord. Il Carroccio ha depositato una proposta di modifica degli articoli 48 e 58 della Costituzione per abbassare a sedicenni anni l’età per votare a Camera e Senato. Il testo è stato anche assegnato alla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.

    L’apertura del Movimento 5 Stelle risale al 2016, quando Beppe Grillo spiegò: “Dobbiamo consentire ai giovani di diventare il motore dell’innovazione dell’Italia e il primo passo è garantire loro pieni diritti politici a partire dai 16 anni. Il Movimento 5 Stelle si batterà per questo”. Il M5S ha poi rilanciato l’idea del comico genovese nel 2017 con la proposta di riforma costituzionale che prevedeva diritto di voto ai sedicenni uniformato alle due Camere. “Noi proponiamo il diritto di voto ai sedicenni, ma se fosse per noi faremmo votare anche i quattordicenni e vi spieghiamo perché”, ha scritto Grillo sul suo blog solo tre mesi fa. Infine, le parole dei leader.

    “Questi giovani vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica”, ha dichiarato oggi via Facebook Di Maio. “Sono favorevole da tempo. La passione civile di tante ragazze e tanti ragazzi che incontro tutti i giorni rafforzano questa idea”, ha twittato invece il segretario Dem Nicola Zingaretti.

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