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    Lega e Sardine: viaggio dentro le due piazze di Bibbiano

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 23 Gen. 2020 alle 22:28 Aggiornato il 24 Gen. 2020 alle 08:34

     

    Di Marta Vigneri, inviata di TPI a Bibbiano – Due piazze a 200 metri di distanza l’una dall’altra si contendono l’attenzione dei cittadini di Bibbiano a tre giorni dalle elezioni in Emilia Romagna.

    Da un lato Salvini e Borgonzoni, che lasciano spazio alle vittime del giro di affidi illeciti della Val D’Enza al centro dello scandalo esploso a luglio 2019, dall’altro le sardine.

    Sul palco e nella piazza dell’evento “Giù le mani dai bambini” si ascoltano i pianti e i racconti di madri e genitori a cui sono stati sottratti i figli, che confidano in Salvini per non essere dimenticati. Sono circa un migliaio, e sono grati alla Lega per aver fatto parlare di Bibbiano e dell’inchiesta “Angeli e demoni”, che ha portato agli arresti domiciliari del sindaco Pd, poi scagionato, Andrea Carletti.

    “Bibbiano è la patria del Parmigiano reggiano e farò di tutto per fare giustizia, per far sì che venga ricordata per la bellezza della gente che ci vive”, promette Salvini dal palco.

    Ma nell’altra piazza, quella delle sardine, questo piccolo miracolo sembra già avvenuto.

    I manifestanti sono almeno il quadruplo, e il loro non è un grido di dolore, ma una festa. Ballano e urlano: “L’Emilia Romagna non si lega!”, ovvero lo slogan che ha movimentato centinaia di piazze in tutta Italia dal 14 novembre scorso ad oggi.

    Per Mattia Santori, leader del movimento, essere a Bibbiano e partecipare insieme ai cittadini all’assemblea di lunedì 20 gennaio, in cui le sardine si sono consultate con la popolazione locale per organizzare la manifestazione, è stato “il momento più emozionante” dei suoi tre mesi di vita politica. Perché, dice, sentiva di essere “arrivato in un luogo che aveva bisogno di essere liberato dal populismo”.

    “Andare in un territorio che ha sofferto gli effetti del populismo è diversissimo che andare dove temono gli effetti del populismo”, racconta a TPI, mentre nella piazza della Lega risuonano le urla disperate di chi sembra vivere nella paura.

    Santori balla soddisfatto insieme alla folla che sventola sardine di cartone dopo aver intonato l’immancabile “Bella Ciao”, e se qualcuno gli chiede di Salvini, risponde: “Non parlo di Salvini, non so nemmeno chi sia”.

    Chi per strategia politica, chi perché troppo preso dalla festa, nessuno dei due leader si sofferma troppo sulle elezioni di domenica 26 gennaio, e per un momento sembra possibile scordarsi dell’appuntamento elettorale in vista del quale le sardine sono nate e la Lega ha battuto l’Emilia Romagna palmo a palmo negli ultimi tre mesi.

    Ma è solo un respiro prima della battaglia finale.

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