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    Caivano, Zan a TPI: “Meloni strumentalizza l’omicidio, ma è la prima a ostacolare la mia legge sull’omotransfobia”

    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 15 Set. 2020 alle 15:52 Aggiornato il 15 Set. 2020 alle 15:55

    Alessandro Zan, primo firmatario della legge contro l’omotransfobia in discussione in Parlamento non ha dubbi: “L’omicidio di Caivano – spiega a TPI – è il tragico risultato di una cultura patriarcale dove un fratello si incarica di decidere per la sorella, contro ogni principio di autodeterminazione della vita della persona. L’epilogo di questa vicenda ha il sapore del delitto d’onore, di chi si prende in carico di far rispettare un ordine costituito vietando a una ragazza il diritto di vivere un amore uguale a quello di tutti gli altri. Quella di Maria Paola e Ciro era una storia consolidata, stavano insieme da anni”.

    I genitori hanno quasi giustificato il fratello: “non voleva ucciderla ma solo riportarla a casa” avrebbero detto al parroco di Parco Verde di Caivano.
    Sono parole che raccontano una famiglia che non lascia libera una figlia di avere una vita propria e una sua felicità. Una famiglia che esige che quella figlia adotti dei comportamenti non per il proprio amore ma per una facciata. Una famiglia che anche dopo la morte di quella figlia non ha mostrato un minimo di empatia, un minimo di pietas. Invece di condannare il fratello per queste violenze, che a detta di Ciro andavano avanti da tempo, hanno preso le sue difese, lo hanno coperto. È una cultura nefasta, una cultura di morte e di sopraffazione.

    Chi contesta la sua legge oggi dice che non avrebbe salvato la vita a Maria Paola, che il delitto su sarebbe consumato lo stesso.
    È chiaro che una legge non risolve un problema culturale alla radice, ma non è che visto che furti e omicidi si ripetono non ci sia bisogno di una legge che contrasti i furti e gli omicidi. La legge che ho presentato, peraltro, non prevede solo pene: ci sono i centri anti-discriminazione, le case-rifugio…

    Se fosse stata già approvata la legge contro l’omotransfobia e la misoginia, Maria Paola e tutte le persone che ogni giorno subiscono le stesse forme di violenza avrebbero avuto assistenza legale, psicologica e dei luoghi in cui andare a denunciare e trovare un supporto. E poi non sottovalutiamo la portata culturale che può avere una legge di questo tipo, una legge che certifica che lo Stato e le istituzioni dicono no alla cultura dell’odio, una cultura inaccettabile in un Paese come il nostro, un Paese fondatore dell’Europa.

    Una legge che è quindi anche un deterrente. Se dovesse spiegare la legge Zan ai ragazzi di Caivano, come lo farebbe?
    Direi loro che da un lato è una legge che punisce i crimini d’odio, le violenze e l’incitamento all’odio, dall’altro fornisce protezione alle vittime. Direi loro che è una legge che c’è già per le discriminazioni di razza, religione e nazionalità e che dobbiamo estenderla assolutamente all’omobitransfobia e alla misoginia perché nel nostro Paese c’è un’emergenza sociale e culturale.

    Le destre rispondono che volete mettere il bavaglio e criminalizzare chi sostiene la cosiddetta “famiglia tradizionale”.
    Le destre utilizzano questo argomento come scusa per non far fare dei passi avanti del Paese in termini di civiltà. A Giorgia Meloni che dice “non è accettabile un omicidio di questo tipo” io rispondo che sono assolutamente d’accordo e quindi lei sia coerente con ciò che dice e ritiri tutti gli emendamenti ostruzionistici che il suo partito ha presentato per bloccarla.

    Quella della limitazione della libertà è una fake news, perché la legge Mancino c’è già per altre forme di discriminazione e se avesse limitato la libertà di opinione l’avrebbe già fatto per le altre fattispecie di reato. Mentono sapendo di mentire e questo è ancora più grave perché speculano sulla vita e la dignità delle persone per un vergognoso dividendo politico. La politica deve lavorare per emancipare una società e Giorgia Meloni che è una donna e leader di partito dovrebbe lavorare per questo, non per assecondare i bassi ventre di un certo pezzo di elettorato.

    Come ha sottolineato, l’opposizione ha presentato un mare di emendamenti per far arenare la legge. A che punto siamo? C’è ottimismo per l’approvazione?
    Alla Camera siamo in dirittura d’arrivo, ora ci sono le pregiudiziali di incostituzionalità presentate da Lega e Fratelli d’Italia e i loro emendamenti ostruzionistici. Noi possiamo contare su una maggioranza che vuole fortemente questa legge, ma anche sull’appoggio di alcuni parlamentari dell’opposizione – penso a degli esponenti di Forza Italia che la sostengono – e sui tempi contingentati, dato che è passato più di un mese dalla discussione generale.

    Insomma, abbiamo tutti gli strumenti per portarla a casa nonostante la forte opposizione delle destre. Spero che quello che è accaduto a Caivano, questo ennesimo terribile fatto di cronaca, possa sensibilizzare ancora di più il Parlamento sull’urgenza di approvare la legge.

    Leggi anche: 1. Caivano, il fidanzato di Maria Paola: “L’amavo ma i suoi familiari dicevano: meglio morta che con uno così” / 2. Caivano, la mamma di Ciro: “Anche se non ho studiato, ho capito che è la sua natura” / 3. Il linguaggio di certi giornali sul caso di Caivano rivela l’arretratezza italiana sull’omotransfobia (di G. Cavalli)

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