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Vogliono trasformare New York nella capitale delle armi da fuoco (di A. Stille)

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Immaginate quante persone avrebbe ammazzato il giovane membro di una gang criminale che a New York ha ucciso lo studente italiano Davide Giri, se avesse avuto un’arma semiautomatica invece di un coltello. Dopo aver tolto la vita a Giri, il ragazzo ha accoltellato una seconda persona, un turista italiano che fortunatamente è rimasto vivo. Immaginare la strage che ci sarebbe potuta essere diventa più facile se si considera che la Corte Suprema degli Stati Uniti si prepara ad affrontare un caso che sfida le leggi sulle armi – relativamente severe – dello Stato di New York, dove non è consentito portare con sé un’arma nascosta senza una licenza speciale. A causa della relativa scarsità di armi, le morti per arma da fuoco a New York sono piuttosto rare, nonostante la città abbia la reputazione di una capitale del crimine.

Le morti per arma da fuoco sono meno di 4 su 100mila, sei volte inferiori a Stati come il Mississippi dove le leggi sulle armi sono molto più permissive. I querelanti che oggi sfidano le restrizioni di New York insistono sul fatto che richiedere loro una licenza per portare un’arma nascosta viola il Secondo Emendamento. A parte la follia di provare a costringere uno Stato a cancellare una normativa che ha permesso di contenere le morti per arma da fuoco in una nazione violenta, ciò che mi spaventa e mi turba di più di questo caso è la sua logica morale. Secondo i querelanti, una maggioranza sostanziale della nostra società non ha il diritto di decidere di limitare il numero di armi che circolano in mezzo a noi, mentre dovrebbero avere la precedenza i diritti di una minoranza piuttosto piccola (solo il 20 per cento a livello nazionale e l’8 per cento degli elettori democratici) che crede che i proprietari di armi dovrebbero essere liberi di portare un’arma nascosta senza un permesso.

Questa minoranza, fra l’altro, è molto più esigua in uno Stato a stragrande maggioranza democratica come New York, e quindi la logica dell’argomento pro-armi è che il diritto (già molto discutibile per il Secondo Emendamento) di portare un’arma dovrebbe avere la meglio sulla stragrande maggioranza di coloro che preferirebbero non vivere in un luogo in cui una disputa su un parcheggio – molto comune in una città come New York City – potrebbe trasformarsi rapidamente in un incontro fatale. O in cui un adolescente turbato – come il ragazzo che ha ucciso Davide Giri – dovrebbe poter circolare con una pistola Glock in grado di uccidere una dozzina di persone in un minuto. In questa logica contorta e perversa, i diritti della stragrande maggioranza – persone che non vogliono vivere con il timore che la persona accanto a loro possa portare un’arma letale – non contano nulla.

La Corte Suprema non si è ancora pronunciata su questo caso, ma il fatto che abbia accettato di occuparsene anziché confermare direttamente una sentenza della corte inferiore che aveva respinto l’argomento è assai preoccupante. Se prevarrà il diritto di avere con sé un’arma nascosta senza bisogno di nessun permesso, le persone in Stati come New York e Massachusetts – dove la qualità della vita è relativamente alta e le morti per armi da fuoco relativamente basse – dovranno vivere secondo le regole stabilite in posti come Alabama e Mississippi, dove la qualità della vita è inferiore, le carceri sono piene e le morti per arma da fuoco sono molto più frequenti.
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