La polarizzazione politica non lascia fuori nemmeno le app di incontri (di S. Mentana)
Un nuovo studio in Gb nota scarsa tolleranza verso partner con posizioni opposte. È il sintomo che non si ha curiosità a confrontarsi
Parlare di politica con persone appena conosciute era, fino a poco tempo fa, considerato un tabù. Negli ambienti più formali questo rientrava nel capitolo del “bon ton”, mentre in contesti meno ingessati l’argomento veniva comunque evitato per non appesantire il clima e scongiurare discussioni premature. Oggi, soprattutto tra chi ha meno di trent’anni, sembra non essere più così: l’orientamento politico non solo viene sempre più di frequente dichiarato apertamente, ma è diventato qualcosa di imprescindibile per molti, al punto che uno studio recente ha mostrato come nelle app di incontri le preferenze politiche finiscano per pesare nelle scelte addirittura più dell’aspetto fisico.
Questo dato è emerso nello studio “Sleeping with the enemy”, firmato da Yara Sleiman, Georgios Melios e Paul Dolan, in cui gli autori hanno fatto un esperimento che ha coinvolto circa tremila frequentatori delle app di incontri provenienti dal Regno Unito, notando non solo l’importanza dello schieramento politico nella scelta, ma anche una scarsa tolleranza verso potenziali partner dalle posizioni opposte alle proprie. Un dato, peraltro, molto più presente a sinistra: tra i laburisti, infatti, la percentuale di persone che danno maggior peso alle idee politiche è il doppio rispetto ad altri gruppi.
Il dato, ovviamente, va contestualizzato. Se la maggior parte del pubblico delle app di incontri ha un’età inferiore ai 30 anni, dall’altro possiamo immaginare che una parte consistente non abbia idee politiche così definite e di conseguenza dia un peso relativo alla questione, il tutto senza considerare il fatto che la ricerca riguardava il Regno Unito e non l’Italia. Tuttavia, chi scorrerà i diversi profili delle app noterà una maggior presenza di indicazioni precise e manifestazioni di fede politica sempre più presenti, di solito riconducibili alle numerose sfumature della sinistra.
Se da un lato questo è il segno di un sentimento politico sempre più acceso in certi ambienti, dall’altra è lo specchio di una politica sempre più polarizzata, al punto da influenzare direttamente anche la sfera degli incontri. Non si tratta solo di aver superato l’idea secondo cui la politica sarebbe un argomento da tirare fuori solo tra persone che si conoscono bene o dopo aver appurato che non vi saranno frizioni – fatto che di per sé non è da considerare né positivo, né negativo –, ma del sintomo di una società in cui non ci si vuole più ascoltare e non si ha curiosità a confrontarsi o a scoprire punti di vista differenti.
Ognuno, giustamente, sceglie di incontrare chi desidera sulle app di incontri, sia che si tratti di una persona più affine possibile sia di qualcuno di completamente diverso che difficilmente incontrerebbe nella routine quotidiana, ma l’esclusione a priori delle differenze politiche può essere lo specchio di una società che sta perdendo la cultura del dialogo. E forse proprio la politica dovrebbe dare il buon esempio per recuperarla: d’altronde, se finissimo per parlare solo con chi ha le nostre stesse idee, non solo rischiamo di diventare sempre più estremisti, ma anche di annoiarci, comunque la pensiamo.