Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Sinistra, svegliati: il Pd abbandoni le idee di centro e torni al fianco degli ultimi (di G. Gambino)

Immagine di copertina
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI

Ve lo avevamo detto. Ed è accaduto. La coalizione del centrosinistra, orfana del M5S, ha perso le elezioni politiche del 25 settembre. I numeri sono drammatici e inconfutabili: il Pd non è arrivato nemmeno al 20 per cento, riportando la soglia vicino a quella che segnò la sconfitta di Matteo Renzi cinque anni fa, senza considerare che nel risultato di questo voto è incluso anche il circa 1.5 per cento di Articolo Uno. Ma la responsabilità di questa débâcle non è certo imputabile al solo Enrico Letta. Quanto se mai all’intera classe dirigente del Partito Democratico che negli anni ha via via ceduto alle pressioni di chi voleva che fosse un partito addomesticato vicino non più agli interessi degli ultimi ma a quelli di chi gli garantiva il potere di governare.

L’appiattimento nel nome di Mario Draghi è stata una discriminante troppo grande per non compromettere tutto già prima dell’inizio della campagna, al netto delle alleanze mancate. Prova ne sia il fatto che i singoli partiti che sono usciti meglio dal voto sono anche quelli che più si sono opposti all’agenda del banchiere, e che evidentemente gli italiani hanno deciso di premiare. Non è una questione di leader, perché ne esisterebbe anche qualcuno valido. Non è una questione di idee, perché ce ne sarebbero anche più d’una degna di nota. E non è nemmeno solo una questione di visione, perché già in passato i dem hanno dimostrato di saper risalire la china.

Il problema principale è d’identità: chi decidi di essere e come racconti chi sei. Nessuno oggi ha il coraggio di farlo perché mai in principio, sin dalla fondazione del Pd, è stato discusso in maniera chiara quale sarebbe stato l’identikit sociale del partito. Se non – questo sì – l’accettazione di un’accozzaglia di correnti saldate insieme dal desiderio di auto-conservazione e dalla volontà di stare al potere. Così facendo, però, gli elettori, le piazze e i cittadini sono finiti per essere quasi sempre l’ultimo dei pensieri per molti di questi dirigenti (a parte quando si vota). Che poi si sorprendono se vengono fischiati. Che vanno nei comizi solo se sanno che c’è il pubblico amico. Che tacciono in tutti i momenti decisivi del dibattito politico.

Anche così è morta la politica, fatta di “sangue e merda”. Anche così è cessato il confronto e lo scontro. Anche così sono scomparse le vere istanze degli ultimi dall’agenda di chi governa. Non basta parlare di mensilità in più per poter dire di essere vicini ai lavoratori; non basta parlare di atlantismo per poter dire di essere europeisti (che poi sono due cose diverse); non basta parlare di imposta sui patrimoni più ricchi per poter dire di essere vicini ai giovani. Questo discorso vale naturalmente per tutti i partiti. Ma, pensateci, nessuno fra tutti gli schieramenti politici appare agli occhi degli elettori antipatico, lontano e aggrappato al potere quanto il Pd. Sembra un vecchio partito liberale dell’800 che commette errori, e che mai vince, perché non ha legami con le masse che vorrebbe rappresentare. La soluzione è una sola: ripulire il partito, salutare gli amici che hanno idee di centro e abbracciare una politica radicale, senza timore di esserlo, al fianco degli ultimi. In una parola: sinistra.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Ti potrebbe interessare
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere