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    Perdonaci Liliana: non bastavano i lager, con la scorta ti è stata inflitta un’ulteriore pena

    Liliana Segre
    Di Elisa Serafini
    Pubblicato il 7 Nov. 2019 alle 12:29 Aggiornato il 7 Nov. 2019 alle 14:58

    La notizia della scorta assegnata a Liliana Segre deve dovrebbe far indignare ogni cittadino italiano. La senatrice a vita, da oggi, vedrà la sua giornata scandita dai ritmi della tutela di uomini delle forze dell’ordine che dovranno accompagnarla in ogni attività della giornata.

    La tutela è scattata a seguito delle minacce che la senatrice ha ricevuto in questi giorni sui social. Chi sminuisce la portata di tali fenomeni forse non ha chiaro che un messaggio privato o un commento sui social hanno la stessa portata di una lettera di una brigata di terroristi degli anni ‘70, di un proiettile consegnato a casa, di una minaccia per la strada.

    Sono cambiati gli strumenti, sono cambiati gli obiettivi, ma odio, intolleranza e violenza rappresentano comportamenti ancora presenti nel nostro Paese e nella nostra comunità.

    Non è bastata l’umiliazione del mancato applauso di alcune forze politiche, che un tempo si sarebbero definite di centro-destra, ma che oggi possiamo semplicemente associare alla fazione del nuovo populismo razzista.

    Quello che in Parlamento è rappresentato da chi non applaude Liliana Segre, e nella società, da chi discrimina il piccolo calciatore perché nero, la coppia che si bacia perché omosessuale, il collega di lavoro perché disabile.

    John Locke, Voltaire, e decine di altri pensatori e filosofi avevano avvertito della necessità di coltivare il valore della tolleranza e della non-discriminazione. La storia stessa, ci aveva dato migliaia di spunti per comprendere quante morti, ingiustizie e sofferenze possa infliggere un comportamento discriminatorio, ma niente, niente è stato di lezione.

    Perdonaci Liliana perché dopo averti inflitto le più atroci sofferenze durante la deportazione nei lager nazisti, dopo aver calpestato la dignità di milioni di persone accettando passivamente e attivamente, il nazi-fascismo, il popolo italiano ti sta infliggendo un’ulteriore ed ingiusta pena: la privazione della tua libertà e della sicurezza.

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