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    Gallera fatto fuori: la Lega si prende la Lombardia ma per la Sanità non cambia nulla

    Il rimpasto nella Giunta Fontana vede la definitiva uscita di scena dell'ormai ex assessore al Welfare, per il quale si ipotizzava il declassamento a sottosegretario. Ma Letizia Moratti è la persona giusta per guidare un efficace cambio di rotta?

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 8 Gen. 2021 alle 13:32

    Sarebbe bello pensare di vivere in un Paese meritocratico, nel quale chi ha competenze fa strada e chi sbaglia invece paga. Purtroppo l’esperienza ci dice che non sempre è così e che la politica non fa certo eccezione, anzi.

    Attenzione, quindi, a non giudicare la vicenda Gallera in maniera troppo superficiale: è pur vero che l’ormai ex assessore al Welfare ha commesso tanti errori, ma il suo rapido declino dall’ipotesi di una candidatura a Sindaco di Milano fino alla totale estromissione dal governo della Lombardia va spiegato in altro modo, purtroppo.

    Gallera fa parte di un partito, Forza Italia, che sta attraversando una grave crisi di consenso e nemmeno al suo interno pare di aver mai colto un sostegno particolarmente caloroso nei suoi confronti, fatta eccezione per i pochi che gli sono stati vicini anche nei momenti più difficili. Magari avrebbero potuto consigliarlo meglio, evitandogli alcune gaffe, ma almeno sono stati leali.

    In politica stare da soli è una sorta di controsenso molto pericoloso: o si è veramente dei fuoriclasse (ma nemmeno Maradona vinceva le partite da solo) o si è esposti a ogni sorta di rischio. E Gallera certamente non è Maradona, ma, come ho già avuto modo di spiegare, non è nemmeno la causa di tutti i numerosi problemi della sanità lombarda.

    Ora è veramente facile dire che si cambia perché ce n’è la necessità e che si sceglie una persona che ha capacità manageriali. Chi conosce queste cose più approfonditamente non fatica a cogliere il paradosso: Letizia Moratti si è occupata di molte cose (con esiti che lascio al giudizio del lettore), ma mai di sanità. E il suo ruolo è politico, esattamente come quello di Gallera, mentre i dirigenti che firmano gli atti sono e saranno ancora gli stessi, salvo decisioni al momento non note.

    La narrazione è fondamentale e in questo Salvini è oggettivamente bravo. Ma se si gratta la patina e ci si spoglia dai bias ideologici, si coglie in pieno l’essenza di una scelta tanto cinica in quanto politicamente azzeccata, nel senso che coglie un duplice obiettivo: rilanciare l’immagine della Giunta Fontana, decisamente scricchiolante per tutto quello che è successo nell’ultimo anno, e nel contempo consolidare il ruolo della Lega come assoluto dominus della coalizione.

    L’obiettivo principale, però, dovrebbe essere la tutela della salute di noi lombardi, considerando anche che le nostre tasse tengono in piedi una Regione il cui bilancio ha proprio nella Sanità la sua voce principale.

    Una delle sue principali criticità, da ben prima che Gallera irrompesse sulla scena, è il rapporto tra pubblico e privato: la neoassessora Moratti è la persona giusta per risolverlo? E quali saranno i correttivi che applicherà, da domani mattina, per fare in modo che i vaccini per il Covid-19 siano distribuiti puntualmente? E quelli per l’influenza, che stiamo ancora aspettando? E cosa cambierà nella gestione delle RSA? Come potenzierà la sanità territoriale? Cosa pensa della Legge 23? E, visto che la fiction “SanPa” ha avuto il merito di riaccendere il dibattito sul tema, come intende muoversi sul fronte della lotta alle tossicodipendenze e delle patologie ad esse correlate? Se da privata cittadina sostiene l’iniziativa privata (cosa peraltro encomiabile), cosa farà nel suo nuovo ruolo?

    Questi sono i punti focali che chi governa la Lombardia dovrebbe assumere come prioritari. E sarà su questi temi che misureremo l’operato di Letizia Moratti, la quale pare nutrire molta fiducia in se stessa, al punto che già ora guarda al 2023 pensandosi come possibile erede di Fontana. Noi, invece, giudicheremo a tempo debito, sulla base dei risultati oggettivi. Esattamente come abbiamo sempre fatto con Gallera.

    Leggi anche: 1. Lombardia, mandare via Gallera non basta: deve cambiare l’intero modello / 2. Un anno di Gallerate: tutte le gaffe (e gli attacchi a TPI) dell’assessore lombardo

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