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Terremoto nella notte in Emilia Romagna: scuole chiuse a Ravenna

Il sisma è stato avvertito anche a Ferrara e a Bologna, e a Rovigo, in Veneto, a Fano e a Pesaro nelle Marche

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 15 Gen. 2019 alle 07:45 Aggiornato il 15 Gen. 2019 alle 07:48

Nella notte del 15 gennaio 2019 si è registrato un terremoto di magnitudo 4.6 in Emilia Romagna, in zona di Cesena e Forlì: l’epicentro è stato registrato a 11 chilometri a est di Ravenna, a una profondità di 25 chilometri e la scossa è stata avvertita anche in Veneto.

Alla prima scossa ha fatto seguito uno sciame sismico proseguito per più di un’ora. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha infatti rilevato altre cinque scosse nel corso della notte: la prima di magnitudo 2.1 alle 00:17, la seconda di magnitudo 3.0 a 00:29, mentre la scossa più forte si è registrata all’1.45 con magnitudo 2.2, seguita alle 4:44 da una di magnitudo 2.0 e alle 4:57 da un’ultima sempre di magnitudo 2.0.

Il sisma è stato avvertito anche a Ferrara e a Bologna, e a Rovigo, in Veneto, a Fano e a Pesaro nelle Marche.

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale ha convocato il centro operativo comunale subito dopo il terremoto: il Comune ha fatto sapere che sono stati segnalati danni di lieve entità e ha disposto la chiusura delle scuole in via precauzionale. Il Comune di Cervia ha avviato, sempre in via cautelativa, sopralluoghi in tutte le scuole comunali.

Il messaggio del sindaco di Ravenna – “Abbiamo ponderato, ma abbiamo preso la decisione di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado, dagli asili nidi all’università. Questo perché l’evento sismico è stato di una gravità importante”, ha detto in un videomessaggio il sindaco di Ravenna. “E perché prima di far entrare i nostri bambini e i nostri ragazzi all’interno delle nostre scuole vogliamo avere la certezza che vengano fatti tutti i controlli necessari a far sì che siano in totale e assoluta sicurezza”.

“Sappiamo che questa decisione può creare qualche disagio nelle famiglie, qualche difficoltà a conciliare il lavoro e il fatto di avere i figli a casa, però la loro sicurezza e incolumità vengono prima di qualsiasi disagio. Vi chiediamo comprensione, queste sono le ragioni che ci hanno portato a operare questa scelta. Eseguiti tutti i controlli daremo puntuali informazioni sull’esito e sullo stato di tutti i principali edifici del nostro territorio”.

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