Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Università, la Sapienza nega il Festival Lgbtq: le associazioni organizzano un “pride” di protesta

Di Clarissa Valia
Pubblicato il 8 Mag. 2019 alle 21:41 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 19:54

Sapienza pride | Link Sapienza e Prisma – Collettivo LGBTQIA+ Sapienza stanno organizzando, in questi giorni, la seconda edizione del Festival LGBTQIA+: incontri, laboratori, conferenze per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall.

Il progetto è stato regolarmente presentato all’Università per ottenere un finanziamento attraverso il bando per iniziative culturali e sociali organizzate dagli studenti.

L’Amministrazione, però, ha condizionato il finanziamento a modifiche sostanziali di programma e nome dell’iniziativa. Gli studenti non ci stanno, proseguono con il Festival senza modifiche e organizzano, in risposta, il secondo Sapienza Pride il 17 maggio.

“Stonewall: Festival LGBTQIA+ è strutturato in una serie di iniziative informative e di sensibilizzazione per liberare da pregiudizi e discriminazioni l’Università in cui viviamo.

Si è scelto per questo di affrontare temi diversi, tutti legati a quelli dell’affettività e delle identità sessuali, andando oltre la questione della rivendicazione dei diritti, ma concentrando l’attenzione sul fatto che odio e discriminazioni, di cui sono vittime le persone LGBT+, sono in realtà profondamente legate e connesse con tutte le altre discriminazioni” dichiara Susanna Chiulli, del collettivo Prisma.

Tra gli incontri è previsto infatti un laboratorio di Drag Queening e Kinging, un incontro sulla PrEP, un convegno sui migranti LGBT+ e un altro su persone disabili e sessualità, in aggiunta ad altri eventi diffusi in tutta l’Università fino al 13 maggio.

“Siamo partiti dal concetto di intersezionalità: le discriminazioni verso le persone non sono diverse a seconda della condizione, ma sono tutte facce della stessa medaglia” continua Susanna.

Le modifiche richieste dall’Ateneo cambiano profondamente lo scopo del Festival: è stato chiesto di non “settorializzarsi” su migranti e persone sieropositive, di non parlare di disabilità, di concentrarsi sulla semplice questione dei diritti civili, di non realizzare il laboratorio di Drag (una forma d’arte ormai riconosciuta universalmente) e di modificare addirittura il nome dell’evento.

“Ci sconforta che la nostra università vede come una settorializzazione discutere e collegare diversi tipi di oppressione. Rifiutiamo l’ottica proposta, che vorrebbe ridurre la lotta del movimento LGBT+ solo ad un tentativo di conquista di diritti civili, e tantomeno accettiamo l’idea che questo aspetto sia l’unico considerato per la formazione di studenti e studentesse” dichiara Luna D’Andrea, Coordinatrice di Link Sapienza.

“Repressione e revoca del finanziamento non ci fermeranno” dichiara Riccardo Sala del collettivo Prisma. “Il Festival avrà luogo comunque e con la stessa impostazione con cui è stato pensato. Rispondiamo all’Amministrazione annunciando il Sapienza Pride, venerdì 17 maggio dalle ore 15. Sfileremo dentro la Città Universitaria per prendere parola sulle nostre vite, sui nostri corpi. Saperi liberi e istruzione sono gli unici strumenti per cambiare tutto.”

Per conoscere i prossimi appuntamenti del Festival, qui l’evento Facebook.

Doppio libretto universitario per i trans, La Sapienza approva
Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version