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Primarie Pd, sospetti sui risultati ufficiali: i numeri sono “statisticamente impossibili”

Il segretario del PD, Nicola Zingaretti, durante l'assemblea nazionale del Partito Democratico. Roma, 17 marzo 2019. ANSA/CLAUDIO PERI - MASSIMO PERCOSSI
Di Laura Melissari
Pubblicato il 18 Mar. 2019 alle 12:20

Domenica 17 marzo si è riunita l’Assemblea del Partito democratico per la proclamazione del nuovo segretario Nicola Zingaretti, risultato il candidato più votato alle primarie dello scorso 3 marzo 2019.

Nella stessa occasione Paolo Gentiloni è stato eletto presidente del partito.

Durante l’assemblea, il presidente della commissione Gianni Dal Moro comunicato i dati ufficiali delle primarie Pd. I votanti sono stati 1.582.083  voti sono stati così ripartiti:

Sulla base di questi dati vi sarà la ripartizione dei seggi all’assemblea nazionale: 119 i delegati per Roberto Giachetti, 228 i delegati per Maurizio Martina, 653 delegati per Nicola Zingaretti.

I dati elettorali hanno però immediatamente insospettito molte persone, dal momento che le percentuali dei 3 candidati sono risultate tutte cifre tonde, senza decimali.

Era statisticamente “impossibile” che i voti in numeri assoluti per tutti e 3 i candidati venissero tradotti in percentuali così nette. I numeri sembrano più frutto di una spartizione “a tavolino”, vista la perfezione del risultato.

In molti, tra cui il giornale Open, hanno avanzato sospetti sulla legittimità di tali risultati.

Effettuando un’elementare proporzione sui risultati, tendendo conto che hanno votato 1.569.628 persone, risulterebbe infatti:

Il partito democratico, contattato per delucidazioni sugli “strani” risultati, non ha fornito al momento risposte sul caso.

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