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    La storia del Pd: dalla fondazione ad oggi. Tutto sul principale partito di centrosinistra italiano

    Prima l'era Veltroni, poi Bersani e Renzi. La lista dei segretari, la sede e il significato del simbolo

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 20 Feb. 2019 alle 07:00 Aggiornato il 18 Apr. 2019 alle 07:50

    Pd Partito democratico | Storia | Segretario | Cariche | Fondatore

    Poco più di un decennio di storia, fatti di vittorie e alleanze, ma anche di cocenti sconfitte e scissioni interne. Dall’anno della sua fondazione, il 2007, il Pd ha monopolizzato il mondo del centrosinistra in Italia. Nato dalla fusione di Ds e Margherita, finora ha avuto sette segretari.

    In questi anni il consenso attorno al Partito democratico è stato molto altalenante, passando dal boom del 40% alle elezioni europee 2014 alla più grave crisi della sua breve storia, iniziata dopo il voto del 4 marzo 2018 (dove ottenne il 18%).

    Pd | Simbolo | Sede

    Il simbolo del Pd contiene i tre colori della bandiera italiana, ma unisce anche quelli di tre diverse tradizioni che il partito si pone l’obiettivo di rappresentare: il verde degli ambientalisti, il bianco del mondo cattolico, il rosso del socialismo europeo e dei lavoratori.

    La sede del partito sorge in quello che prima era il quartier generale della Margherita: si trova a Roma, in via Sant’Andrea delle Fratte. È anche nota come il Nazareno, dall’omonimo collegio che si trovava al suo interno in passato.

    La primissima sede del partito si trovava invece a largo Sant’Anastasia, vicino al Campidoglio.

    Pd | Segretario e cariche

    Segretario: mancante

    Presidente: Matteo Orfini

    Tesoriere: Francesco Bonifazi

    Comitato nazionale di Tesoreria:

    Deputati: 111

    Senatori: 52

    Pd | I segretari

    Maurizio Martina (12 marzo 2018 – 7 luglio 2018)

    Matteo Renzi II (7 maggio 2017 – 12 marzo 2018)

    Matteo Renzi I (15 dicembre 2013 – 19 febbraio 2017)

    Guglielmo Epifani (11 maggio 2013 – 15 dicembre 2013)

    Pier Luigi Bersani (7 novembre 2009 – 20 aprile 2013)

    Dario Franceschini (21 febbraio 2009 – 7 novembre 2009)

    Walter Veltroni (27 ottobre 2007 – 21 febbraio 2009)

    Pd | Storia | Fondazione

    Dopo il successo dell’Ulivo alle elezioni del 2006, il leader Romano Prodi decide di affidare a 13 saggi, scelti nel mondo della politica e della cultura, di scrivere un manifesto per un partito unico di centrosinistra.

    È il primo passo verso la nascita del Pd, cui seguono i congressi di Ds e Margherita, con la decisione dei due partiti di sciogliersi per unire le forze.

    Da lì, la nomina del Comitato del 14 ottobre, un gruppo di esperti incaricati di definire le modalità di svolgimento delle Primarie in vista delle successive elezioni.

    Primarie vinte da Walter Veltroni su Rosy Bindi, Enrico Letta, Mario Adinolfi e Pier Giorgio Gawronsky. La partecipazione è di oltre 3 milioni e mezzo di persone. L’allora sindaco di Roma ottiene il 78,8% delle preferenze.

    Pd | Storia | Da Veltroni a Bersani

    Veltroni non rimane a lungo nel ruolo di segretario del Pd. Alle elezioni dell’aprile 2008, nelle quali corre come candidato premier contro Silvio Berlusconi e il suo Popolo delle libertà. Il Pd, in coalizione con l’Italia dei Valori, prende il 37,5%, ma il centrodestra lo supera.

    Dieci mesi dopo, dopo la sconfitta alle regionali in Sardegna del candidato Pd Renato Soru, Veltroni rimette il suo incarico di segretario, che dopo l’Assemblea nazionale del febbraio 2009 va a Dario Franceschini.

    Il nuovo Congresso del Pd, l’11 ottobre 2009, sancisce l’inizio dell’era di Pierluigi Bersani, che alle Primarie vince su Franceschini e Ignazio Marini con il 55% dei voti.

    Nel 2011, con la caduta del governo Berlusconi, Bersani sostiene il governo tecnico di Mario Monti, scatenando alcune polemiche interne e malumori.

    Nonostante ciò, Bersani vince le Primarie del 2012 (contro Laura Puppato, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi) e guida il partito alle elezioni del 2013. Il responso delle urne è confortante dal punto di vista dei numeri (il Pd è il partito più votato) ma insufficiente per garantire una maggioranza stabile al Senato.

    Bersani si dimette dal suo incarico, venendo sostituito momentaneamente dal suo vice Guglielmo Epifani. Nell’aprile 2013, mentre Enrico Letta viene nominato premier in un governo di larghe intese, i famosi 101 ignoti franchi tiratori boicottano l’elezione di Prodi come capo dello Stato.

    Pd | Storia | L’era Renzi

    Le primarie del 2013 vedono l’inizio dell’era di Matteo Renzi, che sconfigge Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Il resto è storia recente: il Pd sfiducia con una mozione il premier Letta, Renzi riceve l’incarico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’anno dopo trascina il partito all’exploit alle europee.

    All’interno del partito, però, Renzi riceve grosse contestazioni, soprattutto da Bersani e Massimo D’Alema.

    Il crollo del Pd è dietro l’angolo: il referendum costituzionale del dicembre 2016, promosso dal governo, si trasforma in un plebiscito sul leader dell’esecutivo. Il 59% dei votanti vota “no” alla riforma, Renzi lascia l’incarico di premier e qualche mese dopo anche di segretario.

    Pd | Storia | La scissione

    Paolo Gentiloni prende il posto di Renzi al governo, mentre il partito apre la fase congressuale. Ma accade quello che era nell’aria da tempo: il 20 febbraio 2017 alcuni dirigenti del Pd, guidati da Bersani, Enrico Rossi e Roberto Speranza, escono dal partito e fondano Articolo 1 – Movimento democratico e progressista.

    Pd | Storia | La reggenza di Martina

    Renzi vince nuovamente le primarie (su Andrea Orlando e Michele Emiliano), ma alle elezioni del 4 marzo 2018 arriva un’altra cocente sconfitta per il Pd, con il modesto risultato del 18% e l’arrivo al governo di Lega e M5S.

    Arrivano le seconde dimissioni di Renzi, sostituito dal reggente Maurizio Martina, nominato segretario il 7 luglio 2018. Suo il compito di guidare una nuova fase congressuale.

    Pd | Primarie 2019

    Renzi annuncia di non volersi ricandidare alle Primarie. Candidature ufficiali arrivano invece dal presidente del Lazio Nicola ZingarettiMatteo Richetti, Francesco Boccia, Cesare Damiano, dal giovane Dario Corallo e, per ultime, dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

    In un’intervista a TPI, il governatore del Lazio Zingaretti ha lanciato la sua agenda politica per la corsa alla segreteria del Partito democratico (Qui l’intervista completa).

    Anche Dario Corallo, il più giovane candidato alle primarie del partito, si dice pronto a sfidare i nomi grossi della dirigenza. In un’intervista a TPI, Corallo ha dichiarato: “Zingaretti è più pericoloso di Renzi” (Qui l’intervista completa).

    L’ultima conferma in ordine di tempo è stata quella dell’ex reggente del partito, Maurizio Martina. “Mi candido – ha detto – e ci candidiamo al plurale, con l’idea di portare al Pd una squadra di uomini e donne che hanno voglia di lavorare insieme e pensare al futuro dell’Italia. L’io ci ha fatto male, il noi è il futuro”.

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