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La Lega contro il Salva-Roma: “La Raggi non è in grado di amministrare. In città tutto peggiorato”

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 19 Apr. 2019 alle 18:28 Aggiornato il 19 Apr. 2019 alle 18:31

Non si placa l’attacco della Lega di Matteo Salvini al sindaco di Roma Virginia Raggi. Il nuovo terreno di scontro tra Lega e M5s – dopo le recenti tensioni tra i due alleati di governo sul caos in Libia, il conseguente problema dei migranti in arrivo in Italia, il Def e la Flat tax – è il Salva-Roma.

“Il Salva Roma non ci convince perché la sindaca non ha dato alcuna reale prospettiva di sviluppo della città. Il governo è disposto ad aiutare Roma, la Lega in primis, ma il problema vero è che in tre anni il M5s non ha offerto alcuna visione della città, è tutto peggiorato. La Raggi non è in grado di amministrare”. Queste le parole del capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi sulla norma che dovrebbe essere inserita nel decreto crescita martedì dal Consiglio dei ministri, ma che ora il Carroccio annuncia di non voler approvare.

Ma di cosa si tratta? Il Salva-Roma non è altro che un insieme di norme dell’esecutivo che, andando ad intervenire sul debito storico della città, permetterebbero al primo cittadino della Capitale di avere maggiore agibilità economica.

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L’operazione era stata annunciata da Virginia Raggi e dal viceministro dell’Economia Laura Castelli lo scorso 4 aprile, ma ora la Lega fa marcia indietro.

I debiti accumulati da Roma fino al 2008 arrivano, al momento, a quota 12 miliardi e secondo il M5S questa operazione non comporterebbe oneri maggiori per lo Stato e per gli italiani.

Al contrario, essa produrrebbe maggiori risparmi e risorse, motivo per cui la Raggi lo aveva ribattezzato come “Salva-Italia”. Fin dal principio, però, la Lega aveva mostrato forti dubbi su tale misura, arrivando prima a chiederne lo stralcio in Campidoglio e poi, in definitiva, lo stop.

Al momento, comunque, per ripagare i debiti di Roma nella gestione commissariale già confluiscono fondi statali (pari a 300 milioni ogni anno) insieme a fondi comunali (pari a 200 milioni). Chiudendola, tale gestione dei debiti passerebbe al Comune.

I risparmi – che sono stimati in 2 miliardi e mezzo – deriverebbero dalla rinegoziazione dei mutui con le banche da parte dello Stato e da una ricognizione del piano di rientro del debito.

Il ministro degli Interni e leader del Carroccio Matteo Salvini, però, solo una settimana fa chiariva che “Per Roma stiamo facendo di tutto, l’unica cosa che non si potrà fare è regalare soldi ad una città ignorando i problemi di tutte le altre”.

E sul debito storico della Capitale aveva avvertito: “Non è finita, il Parlamento è sovrano. Se qualcuno pensa di fare omaggi a Roma, quando ci sono centinaia di Comuni in difficoltà…allora o tutti o nessuno”.

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