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    Torna l’Educazione civica nelle scuole a partire da settembre

    L'educazione civica torna nelle scuole italiane. Credit: STEPHAN AGOSTINI / AFP)
    Di Maria Elena Gottarelli
    Pubblicato il 20 Apr. 2019 alle 12:42 Aggiornato il 2 Mag. 2019 alle 19:02

    A partire da settembre, torna Educazione civica nelle classi italiane dalla prima elementare alla quinta superiore. Il testo della riforma è stato votato in commissione giovedì 18 aprile e andrà in Aula alla Camera il 29 aprile. Potrebbe quindi essere approvato prima delle elezioni europee del prossimo 26 maggio.

    La materia aggiuntiva non comporterà un’ora in più a scuola: le 33 ore annuali dedicate all’Educazione civica saranno quindi ricavate dalle altre materie a discrezione del corpo docente.

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    Ciò significa che “la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni comunitarie” sarà un “insegnamento trasversale” finalizzato a fornire agli alunni i “principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alle salute e al benessere della persona”.

    Novità assoluta nel contesto di questa materia: l’inserimento dell'”educazione digitale” che comprenderà una parte dedicata alle fake news, all’uso dei telefonini e alle norme della privacy in rete. Questa aggiunta è stata caldeggiata da Forza Italia e in particolare dall’ex ministro Mariastella Gelmini.

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    Il testo specifica inoltre che, per i primi anni almeno, si tratterà di una riforma a costo zero, dal momento che la nuova materia non comporterà l’assunzione di nuovi insegnanti ma il reinserimento di quelli rimasti senza cattedra dopo la riforma Renzi. Molti di questi, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono abilitati alle superiori per l’aerea giuridica e avrebbero quindi le competenze adatte.

    A partire dal 2020, però, la legge prevede un fondo di quattro milioni per la formazione dei docenti. La materia sarà affidata in contitolarità, ma sarà per ogni classe sarà istituito un coordinatore che si occuperà di assegnare un voto in decimi a ogni alunno, sia nei test orali e scritti che in pagella.

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