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Il capo della polizia di Chicago è stato rimosso in seguito alle proteste dei cittadini

Immagine di copertina

Le manifestazioni erano iniziate dopo la diffusione di un video che mostrava l'uccisione di un ragazzo afroamericano da parte di un agente di polizia

Il capo della polizia della città di Chicago, Garry McCarthy, è stato rimosso dal suo incarico, a seguito delle proteste scaturite dalla pubblicazione di un video che mostra l’uccisione di un afroamericano di 17 anni da parte dell’agente di polizia Jason Van Dyke.

S&D

Ad annunciare il sollevamento dai suoi compiti è stato il sindaco della città capitale dell’Illinois, Rahm Emanuel, che in conferenza stampa ha riferito di aver chiesto a McCarthy di lasciare l’incarico. McCarthy, che in un primo momento era stato difeso dal primo cittadino, ricopre la carica di capo della polizia dal maggio del 2011. 

Emanuel ha inoltre annunciato la creazione di un’unità speciale della polizia, che dovrà indagare su episodi simili a questo e sui richiami disciplinari mossi contro i poliziotti.

L’agente Van Dyke, che negli ultimi quattro anni e mezzo aveva ricevuto 20 richiami disciplinari, è stato accusato martedì 24 novembre 2015 di omicidio di primo grado per l’uccisione del giovane Laquan McDonald.

L’episodio, per cui Van Dyke rischia 20 anni di carcere, si è verificato il 20 ottobre del 2014 ma il filmato su ciò che è accaduto quella sera è stato divulgato solo il giorno dell’ufficializzazione dell’accusa, per ordine del tribunale che l’ha resa nota.

Il sindaco Emanuel, democratico ed ex capo dello staff del presidente Obama, ha dichiarato di essere responsabile di quanto accaduto al pari di McCarthy e ha definito quella del capo delle forze dell’ordine di Chicago “una disattenzione”.

Una mossa dovuta quella del sindaco che molti, in città, considerano però un debole tentativo delle autorità comunali per placare il malcontento suscitato tra i concittadini dall’episodio.

Proprio per evitare il ripetersi di queste situazioni, e per ridare credito al dipartimento di polizia agli occhi di una delle più popolose e importanti città degli Stati Uniti, il primo cittadino ha annunciato la creazione dell’unità speciale.

Le richieste di dimissioni di McCarthy erano giunte da più fronti nei giorni scorsi. Ne aveva scritto, nell’editoriale del numero di martedì 1 dicembre, il Chicago Sun-Times, che si è unito a quanto richiesto dai manifestanti scesi in piazza e dal gruppo afroamericano interno al consiglio comunale della città.

Dal giorno della pubblicazione del video dell’omicidio del giovane McDonald, cittadini e attivisti per i diritti civili degli afroamericani hanno riempito le vie di Chicago e organizzato manifestazioni pacifiche davanti al quartier generale del dipartimento di polizia.

“Abbiamo organizzato un movimento di resistenza e fatto pressione ai vertici della polizia e delle autorità comunali”, ha dichiarato Damon William, uno dei manifestanti. “È una lunga battaglia e abbiamo parecchio lavoro ancora da fare”, ha aggiunto.

Contro la decisione di rimuovere McCarthy si è schierato il Fraternal Order of Police, un gruppo che raccoglie oltre 325mila poliziotti in tutto il Paese. Critico nei confronti dell’operato del sindaco è stato Dean Angelo, il presidente dell’associazione che, confidando nel sostegno del sindaco all’ex capo della polizia, si è detto sorpreso della scelta di Emanuel nei confronti di McCarhy.

Sulla creazione dell’unità speciale interna alla polizia Rahm Emanuel ha posto un accento particolare. La commissione, creata su suggerimento dell’ex governatore del Massachusetts nonché cittadino di Chicago Deval Patrick, dovrà presentare entro il 31 marzo 2016 il proprio giudizio sul caso di Van Dyke.

Ma dovrà anche, ha sottolineato Emanuel, promuovere le indagini indipendenti della polizia sui provvedimenti disciplinari a carico dei suoi agenti, controllare e valutare i poliziotti che sono stati oggetto di provvedimento disciplinare e istruire un processo per i casi di cui si hanno a disposizione filmati.

La task force affiancherà, così, l’operato delle autorità federali che, sul caso, hanno aperto le indagini lo scorso aprile. A indagare su quanto accaduto la notte del 20 ottobre 2014 a Chicago potrebbe essere anche il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, che potrebbe mettere sotto accusa la condotta del dipartimento di polizia di Chicago esattamente come ha fatto anche con quelli di Ferguson, nel Missouri, e di Baltimora, nel Maryland, dove la polizia si è resa protagonista di episodi simili a quello dell’uccisione del 17enne afroamericano.

Rivolgendosi alla sezione dei diritti civili del Dipartimento, il Procuratore generale dello stato dell’Illinois, Lisa Madigan, ha infatti chiesto ai giudici di aprire un’indagine sulle pratiche adottate dalle forze dell’ordine di Chicago, chiedendo di fare luce sull’uso mortale della forza e sull’adeguatezza delle indagini interne per richiamo disciplinare.

Sotto la lente dei membri del Dipartimento di giustizia finirà anche il caso di un 25enne, Ronald Johnson III, anche lui ucciso da un agente della polizia di Chicago, il 12 ottobre del 2014, pochi giorni prima della morte di Laquan McDonald.

Come per McDonald, anche i fatti del 12 ottobre 2014, sono stati immortalati dalle telecamere piazzate a bordo della volante della polizia coinvolta e il filmato potrebbe essere rilasciato dalle forze dell’ordine entro il prossimo 10 dicembre. Questo è quanto dichiarato dal legale dei familiari della vittima.

Nel video si vedrebbe il giovane, Ronald Johnson III, scappare inseguito dalla polizia. Raggiunto dall’agente George Hernandez, Johnson cadrebbe a terra pochi secondi dopo, a causa di alcuni colpi di arma da fuoco ricevuti alle spalle. Secondo quanto fatto sapere dalla polizia, il giovane era armato e si sarebbe voltato verso gli agenti prima di essere ucciso.

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