Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

È morto sull’Everest lo scalatore svizzero Ueli Steck

Immagine di copertina

Secondo le prime ricostruzioni, Steck è precipitato per mille metri, mentre si trovava in fase di acclimatazione tra il campo 1 e il campo 2 dell'Everest

Lo scalatore svizzero Ueli Steck è morto sul Monte Everest. Lo hanno riferito fonti nepalesi. Lo svizzero era famoso per le sue imprese di speed climbing e detentore di numerosi record di velocità.

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Steck stava preparando l’attraversata di due ottomila, l’Everest e il Lhotse, durante un’unica impresa di 48 ore. Secondo le prime ricostruzioni, Steck è precipitato per mille metri, mentre si trovava in fase di acclimatazione tra il campo 1 e il campo 2. L’uomo aveva 40 anni.

Il suo corpo è stato recuperato.

Pochi giorni fa Steck aveva scritto sulla sua pagina Facebook di essere salito dal campo base fino a 7.000 metri per poi tornare indietro, perché credeva che “l’acclimatazione attiva” fosse il modo più efficace per abituarsi ad un’altitudine elevata.

L’alpinista ha raggiunto la vetta del monte Everest senza ossigeno nel 2012 e nel 2015 è salito su tutte e 82 le vette alpine. 

Il corpo dello scalatore svizzero Ueli Steck è stato trasferito in elicottero in un ospedale di Kathmandu, in Nepal. 

Steck era tornato sulla montagna più alta del mondo quattro anni dopo una lite con gli sherpa che lo aveva costretto ad abbandonare l’impresa di salire sull’Everest e il Lhotse.

L’anno scorso Steck e il suo compagno di scalatore David Goettler avevano trovato i corpi di due alpinisti americani in Tibet, 16 anni dopo essere stati travolti da un’enorme valanga.

L’alpinista britannico Sir Chris Bonington ha reso omaggio a Steck, descrivendolo come “uno dei più grandi arrampicatori di tutti i tempi”.

L’alpinista britannico Kenton Cool ha descritto Steck come “una vera ispirazione” che “ci ha mostrato tutto ciò che era possibile nelle montagne e oltre. Un alpinista leggendario e un grande ragazzo”.

Ueli Steck ha fissato nuovi standard nell’arrampicata alpina. Era stato soprannominato “la macchina svizzera” per il suo approccio spietatamente metodico e la sua capacità di continuare l’arrampicata anche dopo essersi spinto oltre i limiti della resistenza umana.

Nel 2015 si arrampicò su una delle pareti più famose del mondo, la parete nord del monte Eiger, in Svizzera, in due ore e 47 minuti, un tempo che sarebbe stato impensabile ai primi pionieri dello sport, che impiegarono giorni per completarlo.

— Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”