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Almeno 150 i corpi recuperati dopo il naufragio al largo delle coste egiziane

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Due giorni fa un'imbarcazione con a bordo circa 600 migranti si è capovolta al largo di Burg Rashid. A bordo c'erano siriani, eritrei, sudanesi ed egiziani

Si è aggravato il bilancio delle vittime del naufragio avvenuto mercoledì 21 settembre al largo della costa egiziana, anche se il numero dei corpi finora recuperati in mare è ancora provvisorio. Finora si contano 150 vittime, lo hanno reso noto le autorità egiziane citate dal quotidiano egiziano Al-Arham. 

A bordo dell’imbarcazione si calcola ci fossero 600 migranti. La barca è affondata a largo di Burg Rashid, un villaggio nella provincia settentrionale di Beheira. Tra le vittime del naufragio c’erano molte donne e un bambino. Sono invece 165 le persone tratte in salvo finora. 

“Le prime informazioni indicano che la barca è affondata perché trasportava più persone rispetto al suo limite. La barca si è inclinata e i migranti sono caduti in acqua”, ha riferito un alto funzionario.

Oltre a numerosi migranti siriani, avevano trovato spazio a bordo dell’imbarcazione anche profughi egiziani, sudanesi ed eritrei. Le autorità egiziane hanno inoltre dichiarato che la nave di salvataggio, nella stessa giornata di mercoledì, era riuscita a soccorrere un’altra imbarcazione carica di 294 migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo. 

Nel frattempo, il primo ministro egiziano Sherif Ismail ha ordinato l’arresto dei trafficanti responsabili e ha sottolineato come un progetto di legge volto a combattere l’immigrazione clandestina è stato inviato alla camera dei Rappresentanti egiziana perché venisse presa in esame. 

Almeno 206.400 migranti hanno attraversato il Mediterraneo dall’inizio di quest’anno, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Più di 2.800 morti sono stati registrati tra gennaio e giugno, contro i 1.838 nel corso dello stesso periodo dello scorso anno.

I leader mondiali, tra cui il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi si sono riuniti a New York questa settimana presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite per discutere, tra gli altri temi, anche della crisi dei migranti. 

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