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Home » Esteri

L’Isis avrebbe rivendicato l’incidente aereo nel Sinai

Immagine di copertina

Un gruppo affiliato al sedicente Stato islamico sostiene di aver abbattuto un aereo di linea russo precipitato nel Sinai. Mosca smentisce

Un gruppo affiliato al sedicente Stato islamico sostiene di aver abbattuto un aereo di linea russo nel deserto del Sinai. La Russia smentisce. Qui di seguito quanto sappiamo finora sul disastro aereo nel Sinai:

1) l’Airbus A321 della compagnia russa Metrojet era partito da Sharm el-Sheikh ed era diretto a San Pietroburgo. Si è schiantato nel deserto del Sinai 23 minuti dopo il decollo.

2) tutti i 224 passeggeri a bordo, tra cui 17 bambini sono morti nell’incidente.

3) la causa dello schianto non è nota, anche se un gruppo affiliato all’Isis ha rivendicato l’abbattimento. Il governo russo smentisce.

4) i familiari delle vittime si sono riuniti all’aeroporto di San Pietroburgo dove stanno arrivando le salme dei loro cari dall’Egitto.

La rivendicazione dell’Isis

Un gruppo di militanti affiliati al sedicente Stato islamico avrebbe rivendicato l’abbattimento dell’aereo di linea russo della compagnia Kogalymavia, conosciuta anche come Metrojet, che è precipitato nella mattinata di sabato 31 ottobre sulla penisola del Sinai.

Il ministro dei trasporti russo, Maksim Sokolov, ha detto all’agenzia stampa Interfax che la rivendicazione non può “essere considerata accurata”.

Nel comunicato rilasciato su Twitter i miliziani hanno scritto “i combattenti dello Stato Islamico sono stati in grado di abbattere un aereo russo sul Sinai che trasportava oltre 220 crociati russi. Sono stati tutti uccisi, Grazie a Dio”.

La rivendicazione resta tutta da verificare. Le indagini sono in corso.

Le forze di sicurezza egiziane inizialmente avevano detto che dai primi rilevamenti sembrava che l’aereo fosse precipitato a causa di un guasto tecnico.

Tutte le 224 persone a bordo sono morte nell’incidente. I parenti delle vittime si sono raccolti all’aeroporto di San Pietroburgo.

Mokhtar Awad, un analista del Center for American Progress, ha dichiarato al quotidiano britannico Guardian che la rivendicazione della Stato Islamico sembra piuttosto vaga. “Non viene spiegato come sarebbero stati in grado di abbattere l’aereo”, ha detto Mokhtar Awad al Guardian.

L’analista ha poi ha aggiunto che “sebbene non ci siano mai state rivendicazioni false da parte dell’Isis per eventi di questa portata, Wilayat Sinai, è stato sotto una certa pressione nel corso degli ultimi mesi, e potrebbe aver colto la palla al balzo rivendicando l’abbattimento”.

(Le immagini dei resti dell’aereo diffuse dal sito russo Lifenews)

Quello che sappiamo sul gruppo dell’Isis che ha rivendicato l’abbattimento

Il gruppo che ha rivendicato l’abbattimento è conosciuto come Ansar Beit al-Maqdis ed è un gruppo jihadista sorto nel 2011 e attivo soprattutto nel nord del Sinai, ma anche in molte parti dell’Egitto.

A partire dalla deposizione del presidente egiziano Mohamed Morsi, nel 2013, molti oppositori del nuovo presidente generale Abdel Fattah el-Sisi si sono spostati nella penisola del Sinai.

Nel novembre 2014 ha giurato fedeltà all’Isis, prendendo il nome di Provincia del Sinai, o Wilayat Sinai, del sedicente Stato islamico.

Il gruppo riceve finanziamenti, armi e aiuto logistico dal sedicente Stato islamico.

L’esercito egiziano ha avuto molte difficoltà negli ultimi mesi nel controllare la zona. Il gruppo jihadista ha lanciato nel luglio del 2015 una serie di attacchi, compresi attentati suicidi, soprattutto contro le postazioni dei soldati egiziani. L’esercito egiziano ha reagito uccidendo un centinaio di militanti.

Il 16 luglio 2015 una nave da guerra egiziana, che si trovava a largo della striscia di Gaza, sarebbe stata colpita da un missile sparato dal gruppo.

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