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Farc: la pace è lontana?

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Un attacco da parte dei guerriglieri contro un presidio militare colombiano mette in discussione i negoziati di pace

“Le istruzioni per le nostre forze armate sono: non smettete di sparare fino a quando non raggiungeremo la fine di questa guerra, perché solo così giungeremo a quel momento più velocemente, usando la forza bruta”. Con queste asciutte parole, Juan Manuel Santos, presidente della Colombia, ha denunciato l’attacco di sabato scorso delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) contro i militari a El Mordisco, nella regione rurale di Arauca situata nel nord est della Colombia.

S&D

Le Farc sono un movimento di guerriglia d’ispirazione marxista che controlla parte del Paese e che dal 1964 combatte il governo colombiano. Lo scorso fine settimana, 70 guerriglieri hanno teso un’imboscata a un presidio militare a guardia di un oleodotto che attraversa la regione. 15 militari colombiani sono stati uccisi, 14 sono dispersi e altri cinque sono rimasti feriti nel combattimento.

Le forze armate colombiane hanno in seguito portato avanti una controffensiva e sono riusciti a catturare almeno 12 uomini, accusati di aver preso parte all’imboscata. In seguito, durante un altro attacco nella città di Doncello, nel sud del Paese, hanno perso la vita quattro soldati e sei guerriglieri.

Il presidente Santos ha espresso solidarietà ai familiari delle vittime mediante un comunicato ufficiale: “I nostri cuori sono con le famiglie dei 15 eroi che hanno sacrificato la loro vita in Arauca per la tranquillità e la sicurezza dei loro concittadini”. Santos ha quindi convocato d’urgenza un summit in materia di sicurezza, promettendo di inasprire la sua battaglia contro i ribelli.

L’attacco ha messo in serie difficoltà l’avanzamento dei negoziati tra Bogotá e Farc. Nel 2012 Cuba ha tentato di promuovere un nuovo dialogo tra le due fazioni: durante i colloqui di pace il governo colombiano e le forze di guerriglia avevano raggiunto una prima intesa: l’accordo prevedeva l’adozione di una riforma agraria per ridistribuire la terra ai contadini più poveri, punto chiave della lotta dei guerriglieri marxisti.

Questa concessione del governo non è stata accompagnata da un cessate il fuoco tra le parti, che avrà luogo solo quando Bogotá e ribelli avranno raggiunto un accordo ufficiale. Il presidente colombiano teme che i militanti stiano approfittando della tregua per prendere fiato e riorganizzarsi, senza avere realmente l’intenzione di trovare una soluzione pacifica alla guerra civile.

Le Farc si trovano, infatti, in un momento difficile: nell’ultimo decennio, le operazioni dell’esercito colombiano hanno fortemente danneggiato il nucleo dei guerriglieri. A oggi, si stima che la guerriglia possa contare solo su 8 mila uomini, la metà rispetto al 2001. Il governo stima che 600 mila persone siano state uccise dall’inizio del conflitto, negli anni Sessanta, e che circa tre milioni siano quelle coinvolte.

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