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Cos’è l’hajj, il pellegrinaggio a La Mecca sacro per i musulmani

Immagine di copertina
La pietra nera di La Mecca. Credit: AHMAD AL-RUBAYE/ Afp

Quest'anno comincia il 19 agosto e si conclude il 24. Tutto quello che c'è da sapere su uno dei pilastri dell'Islam

L’hajj è l’annuale pellegrinaggio a La Mecca che milioni di musulmani provenienti da tutto il mondo compiono.

Ogni anno arrivano in Arabia Saudita migliaia di pellegrini.

La data del pellegrinaggio viene confermata dalle autorità religiose dell’Arabia Saudita sulla base l’avvistamento della luna. Quest’anno comincia il 19 agosto e si conclude il 24

Il terzo giorno di hajj ogni anno, i musulmani celebrano la cosiddetta Eid al-Adha, la festa del sacrificio, ovvero la festa più sacra dell’Islam in cui si ricorda il sacrificio di un montone da parte di Abramo, che sarebbe stato disposto a sacrificare suo figlio prima che l’angelo lo fermasse.

Nel calendario islamico, l’hajj comincia l’ottavo giorno del mese lunare Dhu al-Hijjah – l’ultimo dell’anno islamico – e termina il tredicesimo giorno di Dhu al-Hijjah. I riti religiosi del pellegrinaggio Hajj, tuttavia, possono essere completati in cinque giorni. Lo stesso pellegrinaggio a La Mecca compiuto in altri mesi dell’anno prende il nome di umra.

Per i musulmani, l’hajj è il quinto dei pilastri dell’Islam e ha lo scopo di purificare i fedeli del peccato e avvicinarli a Dio. Chi ne ha le possibilità fisiche ed economiche è tenuto a compierlo almeno una volta nella vita.

Nel loro giro antiorario intorno alla Ka’ba, al centro della Grande Moschea di La Mecca, nel corso del rito del hajj, i pellegrini sostano brevemente e baciano la Pietra Nera, incastonata nella Ka’ba, se la calca lo permette, come fece il profeta Maometto nel corso del suo secondo pellegrinaggio dopo l’Egira.

Durante il secondo giorno, i pellegrini si recheranno invece sul monte Arafat, uno dei momenti salienti del pellegrinaggio.

Il pellegrinaggio negli ultimi anni sta assumendo la forma di una sorta di guerra diplomatica politico-culturale tra l’Arabia Saudita, a maggioranza sunnita e l’Iran, a maggioranza sciita. Durante l’hajj del 2015 tantissimi fedeli, circa 2000 secondo gli organi di stampa internazionali e 769 secondo le autorità saudite, sono morti schiacciati dalla calca. L’Iran ha fortemente criticato la gestione dei luoghi sacri dell’Islam, affidata alla famiglia reale saudita.

Inoltre, alcuni commentatori del Qatar, un altro paese con cui Ryad ha una disputa diplomatica in corso, hanno chiesto che i luoghi santi islamici vengano sottoposti al controllo di una commissione internazionale di paesi islamici, togliendola quindi alle autorità saudite.

Nonostante la crisi in corso nel Golfo, che ha portato alla chiusura del confine terrestre tra Arabia Saudita e Qatar, Ryad accoglierà comunque i pellegrini provenienti dal piccolo emirato che vogliano recarsi a La Mecca e Medina per compiere il pellegrinaggio islamico.

Per cercare di prevenire incidenti e attacchi terroristici, sono state poi aumentate le misure di sicurezza e i pellegrini sono stati dotati di un particolare braccialetto elettronico con una serie di dati che ne rendono più facile l’identificazione.

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