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Da Bertolaso al bando per i volontari: in Lombardia è bufera sui vaccini anti-Covid

Alcuni cittadini protestano per la gestione della sanità davanti alla Regione a Palazzo Lombardia a Milano 22 Gennaio 2021 Ansa/Matteo Corner

La Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità: "Medici e infermieri a costo zero per le vaccinazioni? Pensavamo davvero di averle viste tutte!"

Di Lorenzo Zacchetti
Pubblicato il 3 Feb. 2021 alle 10:36 Aggiornato il 3 Feb. 2021 alle 10:49

In Lombardia mancano medici e infermieri per la campagna vaccinali e le Ats aprono un bando per reclutare volontari: per Fials si tratta di “un pericoloso controsenso”. Giuseppe Carbone, segretario generale della Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità (Fials), commenta con molta durezza il bando lanciato dalle Ats lombarde per trovare personale a costo zero per le vaccinazioni.

“Se una regione pensa di risolvere così la carenza di personale sanitario, sbaglia di grosso e non vorremmo che aprisse la strada ad altre iniziative simili”, dice. “Intanto perché il lavoro si paga, ma soprattutto perché si tratta di un lavoro delicato e di alta precisione, che comporta una responsabilità su più livelli: sia per chi lo svolge, sia verso chi è sottoposto alla somministrazione. Solo un contratto può fornire le sacrosante tutele del caso”.

“Pensavamo di aver visto di tutto”, aggiunge Carbone, “Invece proprio nella regione più tormentata dall’epidemia da Sars-Cov-2 ci duole constatare che si aggira il pericoloso demone del fai da te, dell’appello alla buona volontà, della deregulation istituzionalizzata del lavoro, che si colloca nel momento in cui il tasso di disoccupazione è a livelli stratosferici. Nella regione che si definisce la più operosa, la locomotiva dell’economia italiana, le Ats lanciano un bando per infermieri e medici che dovrebbero vaccinare la popolazione a titolo gratuito. Un fulmine a ciel sereno, una decisione di cui ci sfugge la ratio, se non la totale mancanza di rispetto verso i professionisti sanitari”.

“Noi della Fials esprimiamo la massima solidarietà verso chi ha già sollevato gli scudi a Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Mantova, Milano, Pavia, Sondrio, Varese, contro un’iniziativa dannosa come questa. In particolare concordiamo con i rilievi tecnico-giuridici mossi dai presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche lombarde che hanno scritto una lettera di protesta alla direzione generale welfare di Regione Lombardia per sottolineare alcuni passaggi erronei del documento dal titolo ‘Avviso pubblico per la creazione di un elenco di personale medico-sanitario volontario per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino anti Sars-Cov-2“.

“Da questo stile raffazzonato evinciamo la palese difficoltà da parte delle Agenzie di Tutela della Salute a rapportarsi in modo corretto con la complessità del mondo dei professionisti sanitari. E ci chiediamo se non sia arrivata l’ora di una doverosa riforma strutturale del Sistema Sanitario Regionale, in affanno già da un anno”. Carbone conclude stigmatizzando le carenze di “una farraginosa macchina burocratica lontana dai bisogni del territorio, quanto dalle legittime esigenze di infermieri e medici in esso duramente impegnati, e che inanella fallimenti uno dietro l’altro. O vogliamo continuare ad assistere a conflitti inutili come quello rappresentato in questo caso dal bando Arcuri non ancora chiuso?”.

Alla durezza del commento della Fials fa eco quello del Pd. Il consigliere regionale Gianni Girelli, Presidente Commissione d’Inchiesta regionale sul Covid-19, invita l’assessora al Welfare Letizia Moratti a presentare “un piano dettagliato, una campagna informativa per gli anziani e finalmente trasparenza sui dati”.

Girelli parla anche della “necessità di invitare tutta la Giunta regionale a superare il continuo stato di tensione con il livello nazionale, uno scontro istituzionale inaccettabile e già fonte di spiacevoli errori, e a collaborare fattivamente con tutti i livelli istituzionali coinvolti. Soprattutto ora aspettiamo che venga definito in tempi brevissimi un dettagliato piano vaccinale anti-Covid. Oltre all’agenda dei buoni propositi infatti serve definire un cronoprogramma, duttile e modulabile a seconda delle disponibilità delle forniture dei vaccini, e una efficace campagna di comunicazione per i nostri anziani”.

Secondo il capogruppo dem Fabio Pizzul, “la seconda operazione Bertolaso arriva al momento giusto per coprire le ennesime inefficienze della giunta Fontana-Moratti. Si parla di Bertolaso e non del fatto che la Lombardia partirà a vaccinare gli ultraottantenni un mese dopo il Lazio, o che la favola del vaccino lombardo sostenuta da Moratti è tramontata in poche ore”.

La consigliera dem Carmela Rozza aggiunge che “Letizia Moratti non ha presentato un piano vaccinale. Non ha dato alcuna indicazione sul piano organizzativo, non ha indicato chi contatterà gli anziani, quali strutture saranno utilizzate per i vaccini, quale personale sarà messo a disposizione. Per l’ennesima volta la Regione insegue gli eventi e non pianifica nulla. Tutto quello che ha saputo fare di nuovo l’assessore Moratti è richiamare Bertolaso che, di fatto, va a commissariare l’attuale struttura welfare, compreso il responsabile della campagna vaccinale Lucchini, appena nominato, evidentemente non considerati all’altezza”.

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